EL LOCO NEL MONDO

EL LOCO NEL MONDO
Uno stile di vita

venerdì 31 luglio 2009

Su una canoa canadese nel sud della Svezia attraverso fiordi, laghi e canali fino all'oceano Atlantico...Luglio 2009..

Tratto da un articolo di viaggio:

Una nuova avventura per il trentaseienne Sebastiano Ramello originario di Fossano residente a Centallo, appena rientrato dal sud della Svezia, dove con Annika Martiny, francese mezza san-gue svedese, residente a Cap D'Ail, hanno in dieci giorni ridisceso e risalito alcuni stupendi laghi, canali e immensi fiordi circondati da innumerevoli isole e isolotti immersi in verdissime foreste ,fino a raggiungere il mare aperto dell'Oceano Atlantico, pagaiando su una canoa di stile canadese in autosufficenza, lottando più volte con l'intemperie, forti venti che cambiano im-
provvisamente direzione, piogge, correnti e mare mosso, bivaccando nella notte, che qui nel mese di luglio giunge intorno alle 23,15, in una piccola tenda iglù costruita per resistere alle raffiche di vento e alle forti piogge, per risvegliarsi al mattino con il sorgere del sole intorno alle 4,00 e riprendere il viaggio con il primo chiarore.
Cosi' Sebastiano ci racconta la sua avventura:
Un'avventura nata e progettata alcuni mesi fa, cosi' insieme ad Annika ho deciso di raggiungere il Nord d'Europa, la zona di Ammenàs nel territorio svedese del Uddevalla a circa 100 KM a nord di Gottemborg, dove si trova un interessante grande fiordo (i fiordi sono rientranze del mare nella terra ferma, create durante l'ultima era glaciale dallo scioglimento e ritiro dei ghiacciai) cosparso da innumerevoli isole e isolotti in parte disabitate. Dopo aver preparato la canoa, attrezzandola di
bidoni stagni, una gran quantità di acqua potabile in quanto sulla maggiore parte delle isole non si trova acqua dolce, attrezzatura da bivacco, in un giorno di sole pagaia alla mano siamo partiti lasciandoci cosi' lentamente alle spalle Ammenàs e le sue foreste per avventurarci tra queste acque. Per percorrere l'intero percorso abbiamo impiegato dieci giorni sostando ebivaccando in cinque punti diversi del nostro percorso, sulle coste di bellissimi isolotti immersi
in foreste di pini e betulle. Per la gran parte di questa avventura abbiamo dovuto lottare contro il maltempo che ha reso più difficoltosa questa navigazione, e più volte per l'intera giornata non siamo potuti uscire neppure dalla tenda in quanto all'esterno forti venti e piogge ci impedi-vano di ripartire, e a noi non restava che aspettare un po' di bel tempo. Dove non cerano correnti si aprivano baie protette di acque calme infestate da centinaia di grosse meduse dal colore giallo violaceo, e fondi a volte poco profondi ricoperti di conchiglie e cozze.
Dopo tre giorni di continuo pagaiare, a volte per oltre 12 ore al giorno, all'incirca all'altezza della cittadina di Lysekil, sulla costa del villaggio di pescatori di Fiskebackskil conosciuto per l'antica tradizione dell'essicazione al sole del pesce, tenendoci verso sud siamo entrati in mare aperto, e all'improvviso ci siamo trovati per diverse ore a lottare con le correnti e le onde dell'Oceano Atlantico che giungevano da tutte le parti per poi andare a scagliarsi su alte scogliere e cliff che orlavano la costa. In questo caso l'unica cosa da fare è non smettere di remare, tentando di tenere in equilibrio l'imbarcazione e portando la prua della piccola canoa sempre contro le onde in un
ontinuo faticoso zig-zagare, cercando di stare più lontano possibile dalle scie trasversali create di grossi motoscafi e barche a vela che ci incrociavano. In una continua lotta senza badare al tempo che scorreva a circa due ore sulla costa a sud di Grundsung siamo riusciti a rientrare all'interno di un fiordo protetto da diverse isole e isolotti e cosi' riprendere la navigazione in acque più tranquille fino a raggiungere Ellos e da qui risalire un nuovo fiordo per cosi' ritrovarci a passare
la quarta notte nel fiordo di Koljo e risvegliarci nuovamente al mattino all'alba in mezzo a un nuovo inizio di tempesta e cosi' proseguire tra agitate e corte onde fino alla costa opposta all'isola di Hjalton e qui attendere il miglioramento del tempo per 4 giorni, che ha dato una sua parziale tregua nel tardo pomeriggio del nostro penultimo giorno di permanenza in Svezia, cosi pagaia in mano avvolti in una foschia dantesca, tra improvvisi acquazzoni abbiano nuovamente raggiunto la zona abitata di Ammenàs.
Gli incontri con la fauna del posto sono stati molteplici, moltissimi uccelli, simpatici gabbiani,aironi grigi, anatre e nelle foreste cervi.
Tra i boschi facile nutrirsi di frutti di bosco come mirtilli, fragoline, lamponi selvatici che crescono quasi ovunque e funghi.
Nei momenti di tregua dal mal tempo, tramonti e albe fantastiche che dipingevano di un infinito colore rosso, arancione l'intero cielo rispecchiandosi sulle acque dei fiordi. Tra le forestecase sparse rigorosamente in legno nella più totale tradizione architettonica svedese, con le assi che formano le facciate ridipinte di colore rosso (colore naturale proveniente dalla terra del centro nord della svezia, ampliamente utilizzato in passato per il suo basso costo e oggi per folklore) e bianco i contorni delle finestre e porte, a seconda che siano fattorie oppure di nero e verde le semplici abitazioni, tutte con la bandiera svedese blu e gialla che sventola sul davanti, e su un lato della casa il gabinetto esterno dove vuole la tradizione che all'interno ci sia spazio per i propri bisogni fisiologici per due persone e sul davanti della porta d'entrata disegnato accanto a uno spioncino un cuore rosso,questo perché nel passato a causa della forte presenza di feroci lupi si preferiva avventurarsi alla toilette in coppia per sicurezza e il cuore stava a ricordare il pericolo.
Protetti dalla foresta e dall'entroterra durante i 4 giorni mentre si aspettava il
miglioramento del tempo abbiamo potuto per 2 giorni ridiscendere e in parte risalire 2 grossi laghi uniti tra di loro da stretti fiumi dalle calme acque, a volte parzialmente ricoperti da ninfee e canneti e cosi' renderci anche conto della vita tra le acque dolci di questo paese, che in pieno inverno si trasformano creando distese di ghiaccio dove audaci pescatori armati di picche amo e lenze si avventurano per poi scavare piccoli buchi nel ghiaccio per raggiungere l'acqua e cosi'pescare.
E' stata una bellissima nuova avventura che mi ha regalato tante nuove emozioni, nel contesto più dura di quello che pensavo, sia dal punto di vista fisico che tecnico, sopratutto a causa dell'improvvisi cambiamenti climatici.
Durante questo ultimo viaggio, sia io che Annika abbiamo raccolto molto materiale fotografico e video, il prossimo progetto sarà metterlo insieme e creare un video documentario da presentare questo autunno in Italia e nel sud della Francia.
Inoltre per l'intero viaggio ci ha accompagnato una piccola bandiera Tibetana sventolante a ricordarci che dall'altra parte del Mondo tra le montagne più selvagge di questo Pianeta, l'Himalaia esiste un popolo destinato all'estinzione a causa dell'ignoranza e della non curanza dell'uomo, e proprio a circa un anno dalla distanza del tanto parlare di questo popolo a causa delle olimpiadi di Pechino (iniziate l'8 agosto 2008) oggi messo nel dimenticatoio abbiamo deciso di compiere questa avventura sotto i suoi colori.