EL LOCO NEL MONDO

EL LOCO NEL MONDO
Uno stile di vita

mercoledì 10 agosto 2011

in motocicletta attraverso le Alpi verso il Free weels

Tratto dall'articolo per Spirito Libero di Agosto-Settembre
_______________________________________________________________________________________


A volte per una avventura, un grande viaggio bastano pochi giorni, così qualche giorno fa osservando la mia motocicletta parcheggiata nel cortile di casa mia, e scoprendo che da li a pochi giorni si sarebbe svolto in Francia, nel paese di Courpiere, uno dei più grossi e importanti raduni di motociclisti: il “FreeWeels”. Decido subito di prendere la mai “bibbia” un vecchio libro Atlante con le mappe e strade d’Europa e così cercare il punto esatto del raduno, scoprendo che si trovava a circa 600 km da casa mia, alla fine di un bellissimo percorso tra le Alpi e le montagne francesi, decido subito che quella sarebbe stata la mia meta di questi 4 giorni di libertà.
Comincio a mettere voce in giro della mia partenza fino a quando un buon amico “Flavio Pignatta”, anche lui motociclista e appassionato Harley Davidson non decide di unirsi a me in questa breve ma intensa avventura. Prepariamo le motociclette con il minimo indispensabile, un ricambio, una tuta anti pioggia, il saccopelo per la notte e nient’altro, decidiamo di viaggiare leggeri, nello stile più libero possibile.
Ormai il sole ha superato lo Zenit da un paio d’ore, la giornata è di un cielo immensamente azzurro, siamo a cavallo delle nostre motociclette uno accanto all’altro, sentendoci incredibilmente padroni della strada e del mondo, i motori rombano, le marmitte scoppiettano nel classico rumore delle Harley Davidson, curva dopo curva stiamo avanzando lungo la strada che da Cuneo porta al colle della Maddalena nella valle Stura, che dalla parte francese, visto che si trova sul confine, prende il nome di “Col De Larche”. E’ un fantastico colle che si trova nelle Alpi occidentali e separa le alpi Marittime dalle Alpi Cozie e unisce la valle Stura situata nella regione Piemonte con la Val d’Ubaye in Francia. Superando il colle e costeggiando sulla sinistra il magnifico lago della Maddalena, fiancheggiando vicino alla sommità la stele in onore a fausto Coppi, che sulla salita del colle diede inizio alla famosa fuga che lo portò a vincere la tappa Cuneo-Pinerolo nel Giro del 1949, penso alle mie tante avventure come escursionista e alpinista tra le valli e cime circostanti, con questo pensiero in un batter di ciglia mi lascio alle spalle l’Italia trovandoci a percorrere ora le fantastiche Alpi in discesa verso Barcelonette bellissimo paesino e comune di 2.819 abitanti situato nel dipartimento delle Alpi dell’Alta Provenza della regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra situata al centro della valle dell’Ubaye dove ogni agosto si tiene una bellissima festa Mexicana con sfilate di maschere, in onore ai militari Mexicani che durante la prima guerra mondiale erano venuti in missione d’aiuto alla cittadina.
Flavio con la sua Fat boy del ’90 ora si trova in testa, fa da apri pista scivolando lungo la valle dell’Ubaye che prende il suo nome dall’anonimo fiume che sfocia a valle nel grande lago artificiale di Serre Poncon.E’ una valle di origine glaciale, la sua altezza va dai 771 m nel punto più basso del comune di Lauzet-Ubaye fino ai 2655 m della sorgente del fiume omonimo. Il suo monte più alto è lAiguille de Chambeyron con una altezza di 3412 m.
Dopo oltre 120 Km non stop ci fermiamo sulla strada per Gap sulla sponda del bellissimo lago, sulle nostre teste alcuni parapendii volano liberi, osserviamo l’orizzonte e con un sorriso riprendiamo la strada che colle dopo colle ci porta nel paesino di Die, ormai siamo a metà del nostro viaggio, è mezzanotte ci fermiamo in un pub sulla piazza centrale, si è appena concluso un concerto, chiedo alla barista se conosce un posto dove ci possiamo accampare per la notte, intanto alcuni locali osservano le nostre motociclette, lei mi chiede se abbiamo una tenda, -no non abbiamo tenda, viaggiamo leggeri,- mi indica che possiamo accamparci a circa 300 metri da li in un bel prato verde sulla sponda del fiume la Drome. Qualche minuto dopo eccoci a preparare il nostro primo campo per la notte, e chiusi nei nostri saccopelo accanto alle nostre motociclette affascinati dalla magia della natura osserviamo il cielo, limpido come mai, cosparso di milioni di stelle vicine e lontane, la via lattea perfettamente sopra di noi, fantastichiamo e coccolati dal rumore dell’acqua che scorre poco lontano da noi chiudiamo gli occhi aspettando il nuovo giorno.
Waooo!! È mattina lo scenario di fronte a noi si apre più magnifico di come lo abbiamo lasciato la notte prima, la luce rende il tutto più colorato, sul fiume un gruppo di ragazzi scende con i loro kayak, noi ci rinfreschiamo la faccia e riprendiamo il nostro viaggio.
Ancora montagne e colli, teniamo la direzione St.Etienne, Clermont-Ferrand, ormai abbiamo percorso circa 500 km quando iniziamo a incrociare gruppi di motociclisti che viaggiano sui loro chopper e Harley Davidson, alcuni vestiti di pelle e sulla schiena in buona vista i colori dei loro club motociclistici. Più ci avviciniamo alla meta più le strade si riempiono di motociclette, ogni bar e pub sui lati della strada è colmo di motociclisti di ogni paese e età, alcuni anziani, altri giovani altri ancora con bambini. Seguiamo lascia e il rombo dei motori ed eccoci entrare nel paesino di Courpiere, c’è una grande folla, il paese è chiuso alle autovetture e segnali ci indicano la via fino su un cucuzzolo dove tra le colline eccoci apparire il Free Weels, migliaia di motociclette parcheggiate ovunque, motociclisti che sfrecciano con i loro strani e personalizzati bolidi, alcune motociclette a tre ruote altre completamente artigianali.
Ci guardiamo negli occhi, siamo arrivati, in lontananza, il cielo si dipinge di grigio, non promette bene, decidiamo di acquistare una tenda e così prepariamo il nostro bivacco accanto ad altre tende, per lo più i nostri vicini sono di provenienza francese ma presto scopriamo che ci sono moltissimi motociclisti dalla Spagna, Italia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, da tutta l’Europa e non solo, incrociamo qualche rappresentanza dei gruppi MC provenienti da paesi oltre oceano. La zona del raduno è immensa, tra le colline sorge un grandissimo palco che ospiterà molte bend musicali tra cui nella notte di Sabato il grande Joe Cocker. Il raduno “Free Weells” è organizzato da un famoso club motociclistico MC, gli Hels Angels, ovunque sul palco appaiono i colori degli organizzatori e i loro simboli. Ci sono motociclette in esposizione ovunque tra gli stand di oggettistica e ricambi. Passeggiando incontriamo alcuni amici e facciamo conoscenza con alcuni gruppi, ci sono tutti i ceti sociali, ogni età, ogni colore ma tutti uniti in una unica passione, quella delle due ruote. Per quanto si dica a volte di questi raduni, posso dire che il tutto si è svolto nel massimo dell’ordine, della pace, sicurezza e tranquillità. Sono stato molto stupito nel rispetto che c’è tra questa gente, e nella sensibilità del tenere tutto pulito e composto. Da quest’anno gli organizzatori hanno imposto agli stand dei bar di dare da bere in un unico bicchiere di plastica dura, che si acquistava per 1 Euro e che poi si doveva tener con se per tutti i 3 giorni del raduno, questo intelligentemente ha fatto si che non si vedevano per terra migliaia di bicchieri di plastica calpestati come si vede in molte feste, e quindi un consumo minore di plastica…complimenti per l’idea!
Purtroppo il sole e il bel tempo non ci ha sempre accompagnato, già dal terzo giorno pioggia e cielo grigio, ma questo non è bastato a fermarci e fermare i migliaia di motociclisti presenti che durante l’intero raduno si riversavano in tutti i paesini circostanti creando ovunque aria da festa. Bellissimo vedere famiglie e anziani locali fotografare, scherzare e ridere con questi enormi centauri ricoperti di tatuaggi raffiguranti teschi.
Il mattino della Domenica, nostro 4 giorno di viaggio, ci svegliamo sotto la pioggia, il cielo è grigio fino all’orizzonte, torniamo in tenda e dopo pochi minuti appena il cielo ha dato un po’ di riposo rieccoci preparare le nostre motociclette, attraverso strade infangate ci lasciamo alle spalle il “Free Weels” Flavio con la sua motocicletta è nuovamente in testa ma dopo qualche curva la mia HD Sportster 1200 lo supera, mi metto in testa, ricomincia a piovigginare fa freddo, ma mai quanto il tratto da Grenoble a Briancon e il colle del Monginevro. Questo tratto lo percorriamo mai oltre gli 80 Km orari, il freddo è sempre più forte, costeggiamo fiumi in piena, ci arrampichiamo su strade che affiancano alte falesie da un lato e grossi dirupi dall’altro, le nostre motociclette penetrano le basse nuvole ricolme d’acqua, ci vedo a mala pena, i miei occhiali si riempiono in continuazione di goccioline, ormai i miei piedi sono inzuppati, non sento più le dita.
Ogni tanto costeggiamo bellissime cascate che scendono con salti di decine di metri, superiamo strette gallerie scavate nella roccia, e tornante dopo tornante, col calare della notte arriviamo in cima al colle del Monginevro, tiriamo un sospiro di sollievo, ci sentiamo più vicini a casa, il grosso è fatto, ormai sono 4 ore che viaggiamo sotto la pioggia, che calcolate con le altre ore di viaggio da quando siamo partiti diventano 8 ore che stiamo viaggiando, solo più due ore di pioggia e saremo al caldo davanti a un buon piatto. Ora non ci resta che scendere, passiamo per Sestriere nella provincia di Torino, ancora una volta fermo a un distributore, un altro pieno e di nuovo acceleratore in mano.
Sestriere chiamato in dialetto piemontese El Sestrier e in lingua occitana Sestrieras è un comune di 884 abitanti situato a 2.035 metri sul livello del mare è il comune italiano posto sulla maggiore altitudine, fa parte della comunità montana Valle Susa e val Sangone. Si trova sul colle omonimo che mette in comunicazione la Valle Chisone e la valle di Susa , dominata a nordovest dal monte Fraiteve con i suoi 2701 m, a sudest dal monte Sises (2658m), dalla Punta Rognosa di Sestriere (3280 m) e dal monte Motta ( 2850 m). Le origini di Sestrier sono molto recenti, risalgono per regio decreto il 18 ottobre 1934 su terreni della frazione Sauze di Cesana. Sestriere è rinomata soprattutto per gli sport invernali, appuntamento fisso della Coppa del Mondo di sci alpino, e nel febbraio del 2006 è stata una delle sedi dei xx Giochi olimpici invernali per le quali ha ospitato le gare di sci alpino, inoltre nel ciclismo è stata più volte tappa d’arrivo del giro d’Italia e del Tour de France.
Ancora tornanti e, ci lasciamo alle spalle le bellissime Alpi attraversiamo la cittadina di Pienerolo, entriamo nella provincia di Cuneo, attraversiamo Saluzzo ed eccoci arrivare a Centallo dove terminiamo il nostro viaggio sul piazzale della Fraz. Boschetti dove c’è ad aspettarmi come mio ogni piccolo o grande viaggio mio padre con il suo sorriso come se avesse condiviso con me ogni emozione di questa nuova avventura.
Abbraccio Flavio, do un’ultima carezza alla mia motocicletta ed eccomi al calduccio a raccontare una nuova storia……

Sebastiano Ramello 10-08-2011

giovedì 28 luglio 2011

INDIA UN MONDO DA SCOPRIRE (wine)

Tratto dall'articolo Agosto 2011 pubblicato su Art e Wine
_____________________________________________________________________________________

Come molti voi ormai sanno,negli ultimi anni l’economia mondiale si sta spostando verso il mondo asiatico, in particolar modo in quei due grandi paesi che sono India e Cina, che insieme fanno ormai quasi 3.000.000.000 di abitanti che sempre più bramano l’alta qualità d’oltre oceano, in particolar modo quella dei brand italiani.
In questi ultimi 15 anni ho avuto l’occasione più volte di visitare e vivere in questi due paesi, e posso affermare di aver vissuto di prima persona cambiamenti e sviluppi difficili da credere se non con i propri occhi. Paesi che si trasformano in città ultra moderne, wine bar, ristoranti di lusso che nascono un po’ ovunque nei centri cittadini, supermercati ultra moderni che vendono ogni sorta di prodotto occidentale, wine club e tutto un nuovo mondo che gira intorno al consumismo sempre più sfrenato. Proprio per questi motivi, affascinato da tutto questo grande movimento, alcuni anni fa ho deciso insieme alla associazione di promozione e export che rappresento “Piemonte Sweet Home”, di introdurre alcune delle migliori aziende del territorio Langa, Roero e Monferrato nel mercato di questi due grandi paesi, inizialmente partendo dall’India, paese che conosco da 15 anni e dove ho vissuto tra il 2006-07 da prima come foto reporter e poi wine consultant. Paese che mi ha affascinato per la sua semplicità, i tanti colori e diversità sociali, proprio di questo grande e a volte così lontano paese voglio parlarvi in questa edizione di “Art e Wine”. l’India oltre a bramare sempre di più l’importazione dei vini d’alta qualità della nostra regione, ormai da anni, in particolar modo nella zona del Maharashtra, terzo stato per estensione dell’Unione Indiana e secondo per popolazione, si è cominciato a produrre vini sia rossi, bianchi che frizzanti, una delle più importanti aziende è sicuramente Chateau Indage e Sula Vineyard; Chateau indage simpaticamente chiamata anche Champagne Indage, nasce nel 1980 per produrre vino da asportare, in quanto in quei tempi il consumo di vino interno era ancora troppo basso. L’assegnazione di una medaglia di bronzo a uno di questi vini, ottenuta al concorso internazionale Wine e Spirits di Londra nel 1986, segna l’ingresso di questo grande paese sulla carta mondiale dei vini. Oggi questa azienda esporta in 40 stati, vanta molte partnership con aziende vinicole mondiali. Nel 1982 stipulò un accordo con Piper-Heidsieck “Champagne” per produrre Champagne sul territorio Indiano (ho avuto l’occasione di degustare uno di questi vini insieme a un mio importatore a NY), mentre negli ultimi anni ha stretto accordi con aziende australiane, cileni e francesi in modo da creare interscambi di prodotti per il mercato indiano sotto un marchio congiunto. In questo grande stato che è il Maharashtra il più importante territorio di produzione vini è Nashik, chiamato anche la Napa valley indiana, dove sono state create infrastrutture, vivai e laboratori di analisi per dare sempre una maggior qualità ai vini di produzione di questo paese. Il successo di Nashik è legato a terreni argillosi-calcarei, un clima monsonico alternato da periodi asciutti e umidi e escursioni termiche accentuate. Proprio per questo motivo un’altra grande azienda vinicola indiana, “Sula Vineyard” ha deciso di stabilirsi qui , dove il proprietario lasciati gli USA ha deciso di tornare in patria e piantare vigneti su terreni di proprietà, precedentemente adibiti alla cultura del mango. I primi vigneti di Sula risalgono al 1997. Oggi il proprietario Mr. Rajeev Samant che si avvale di un consulente americano, non solo produce ma importa e distribuisce vini su tutto il territorio indiano. Questi sono due delle più grandi aziende vinicole indiane, ma molte altre si stanno sviluppando e nascendo, un po’ come è stato negli anni ‘80 in Napa Valley, magnati della alta tecnologia stanno investendo nel vino. Altri territori importanti della viticultura indiana sono Sangli sempre nel Maharashtra e Bangalore nel Karnataka.
Oggi i principali importatori di vino in India restano ancora i francesi seguiti da noi italiani, il vino in India arriva sia imbottigliato, definito in luogo BIO “Bottle in origin” che sfuso definito BII “Bottle in India”. Da ricordare che l’importazione di vino a meno di alcune eccezioni, è stata vietata fino al 2001 data in cui si è cominciato a trattare e a discutere l’ingresso dei vini internazionali nel mercato. Ad oggi le tasse di importazione sono ancora alte e i dazi per i vini BIO sono ancora superiori a quelli applicati per i vini BII. Ogni stato, visto che l’India è una confederazione, ha leggi differenti con dazi che possono oscillare e zone di Duty free. Le più importanti zone del mercato del vino indiano si dividono tra Delhi, Bombay, Goa e Bangalore dove viene acquistato per l’80% vino fermo. Si stanno creando diverse joint-venture internazionali dove si vedono marchi prestigiosi come E&G Gallo, Pernod-Ricard, Miguel Torres e molti altri, che danno un segno di sviluppo del mercato. Anche il vino italiano comincia a fare i suoi primi passi in questa grande terra affermandosi soprattutto con la sua alta qualità.
Importante da ricordare e una certa influenza culturale anglosassone che ci facilita nella comunicazione e nelle situazioni giuridiche, in quanto la lingua nazionale, visto che l’Indi si parla solo dal centro al nord,mentre nel sud si parlano diverse lingue locali, è l’inglese, parlato da tutti i ceti medio alti. Altra cosa importante, per affrontare un mercato come quello indiano, bisogna prima conoscere la sua complicata cultura, i loro modo di fare e porsi, i tanti simboli che la circondano e sapere, che se anche ormai l’India si propone come uno dei più grandi mercati mondiali, mantiene sempre forti tradizioni vecchie di millenni, ad esempio le caste che in un certo senso si stanno sempre più indebolendo ma che continuano a persistere, quindi ricordate che difficilmente un indiano si oppone al volere di una casta superiore… Anche la religione ha la sua fondamentale importanza, l’India da sempre è vista come uno dei paesi più mistici del paese e ancora oggi l’approvazione di un Bramino (capo religioso) o santone indiano ha la sua importanza.
Presto con piacere sarò nuovamente in questa grande terra durante un Wine World Tour da me organizzato , accompagnato anche dall’ Associazione Export di Promozione “PIEMONTE SWEET HOME” e alcune delle più importanti aziende vinicole del Piemonte con la missione di divulgare la parola del nettare degli dei e portare un po’ di Langa, Roero e Monferrato laggiù tra la terrà dei Maharaja.
Nel prossimo numero di “Art Wine” si andrà alla scoperta del vicino concorrente dell’India la Cina altra grande potenza che si stà sempre più avvicinando al mondo del vino e della viticultura.

Per qualsiasi ulteriore informazione o per domande dirette potete contattarmi alla mia Email: piemontewine@yahoo.it

giovedì 9 giugno 2011

DAL PIEMONTE ALLA TOSCANA A CAVALLO DI UNA MOTOCICLETTA ALLA SCOPERTA DEI TERRITORI DEL BUON VINO

Tratto dall'articolo di GIUGNO 2011 di Spirito Libero:


Molti di voi che mi seguite su Spirito Libero, “Viaggio nel Viaggio” sapete ormai, che oltre avere la grande passione del viaggio, della fotografia e della scoperta, ho anche la passione del buon vino e del buon cibo, seguito dalle tradizioni dei luoghi che lo producono, tanto che ormai, da anni promuovo questi prodotti in molti stati oltre oceano, dove il “made in Italy” continua ad ottenere un grande successo soprattutto nella alta qualità, tanto che da tempo siamo anche sempre più richiesti dai nuovi mercati quali Cina e India. Tra i principali prodotti enogastronomici che rappresento ci sono quelli del Piemonte, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e di molte altri nostri bellissimi territori. Proprio questa passione, unita al lavoro e alla voglia di viaggiare mi ha fatto pensare e poi da tempo progettare insieme alla mia compagna Franca Demaria un viaggio a cavallo alla mia fedele motocicletta, una harley Davidson 1200, attraverso le campagne toscane, alla scoperta dei buoni vini di alta qualità di questa stupenda regione e dei suoi luoghi più naturali, pieni di quella tradizione che rende non solo la Toscana ma l’intera Italia unica.
Questo viaggio è stato anche motivo di unire due grandi territori di vino quali Piemonte e la Toscana, così che dopo aver preparato l’essenziale da portarci, un ricambio, taccuino per appunti, macchina fotografica, e disposto il tutto sulla motocicletta con cordine e corde elastiche, ci siamo guardati e ci siamo chiesti:- da dove partiamo?
Propio in quel momento attraverso una telefonata e arrivato un invito a pranzo da una delle mie più affezionate cantine della Langa: Veglio Michelino e Figlio, così, come una illuminazione, decidiamo di partire proprio dal cuore della Langa uno dei territori più famosi del vino di alta qualità italiano, e procedere verso la Toscana in uno dei modi più avventurosi che conosco, utilizzando CouchSurfing un sito dove ormai oltre un milione e mezzo di persone mettono a disposizione la propria casa, il proprio couch (divano in inglese) ad altri Couchsurfer. Dopo aver contattato diverse persone e famiglie (cosa bellissima e che abbiamo ricevuto interesse al nostro viaggio e all’offrirci ospitalità praticamente da tutti quelli che abbiamo contattato) abbiamo deciso di accettare l’ospitalità da due Couchsurfer che ci sembravano più vicini alla nostra ricerca e viaggio in Toscana.
Dopo aver percorso su e giù tra colline e viti le Langhe e poi il Monferrato, con il vento tra i capelli e il sole accanto a noi abbiamo raggiunto la provincia di Pisa dove tra stradine di campagna, percorrendo le prime colline toscane tra antichi oliveti e castelli, siamo giunti al paesino di Buggiano dove ad attenderci c’arano i nostri primi sconosciuti ospiti e Couchsurfer, Giovanna e Tiziano che vivono in una bella casetta in campagna con i loro figli. Giovanna ci prepara la nostra stanza per la notte e una buonissima cenetta pasta ai piselli con fave del loro orticello, agnello e gelato fatto in casa con cialde tipiche del luogo. Trovo che viaggiare usando Couchsurfing sia uno dei metodi più interessanti in quanto ogni volta si fanno nuove e belle scoperte di persone piene di voglia di conoscere, aperte agli altri e alle diverse tradizioni.
Il giorno dopo grazie a un buon amico, Claudio, siamo giunti alle terme di Petriolo, a circa 60 Km a sud di Siena dove abbiamo scoperto un angolo di paradiso tra bellissime colline ricoperte di vegetazione rigogliosa, un fiumiciattolo di sorgente dove tra le rocce sgorgano acque solfuree, che con gli anni hanno creato piccole vasche naturali di acqua caldissima. Fuoriuscendo dalle vasche queste piacevoli acque terapeutiche si gettano direttamente nel fiumiciattolo, creando una piscina naturale dove è un piacere indescrivibile immergersi, rotolarsi e lasciarsi andare guardando il blu del cielo e osservare gli uccellini sugli alberi tutt’intorno. Dopo un bagno caldo godereccio ci si può tuffare i brevi nuotate nel fiume accanto per così rafforzare il proprio corpo con l’escursione termica delle due acque, calda e fredda.
Nuovamente capelli al vento dopo qualche Km a nord oltre Siena, nella zona del famoso Chianti docg, tra le grida del cielo e acquazzoni improvvisi raggiungiamo Gaiole in Chianti, un bel paesino tra i vigneti di Chianti classico e boschi che dopo i temporali ricordono foreste tropicali. Qui conosciamo un altro Couchsurfer, da noi scelto in quanto wine maker, Sean O’Callaghan, che ci ospita nel suo rustico, una vecchia filanda, dove lui vive con i suoi tre simpatici cagnoni. Ci troviamo subito a nostro agio, Sean ci racconta che è nato in SriLanka da padre irlandese e madre inglese ma che ricorda poco di questo paese esotico, in quanto già in tenera età ha lasciato con la famiglia l’Asia per la Germania dove ha studiato Enologia. Nel marzo del 1991 si è trasferito nel Chianti dove nel 1992 è diventato il socio e wine maker della azienda vinicola “Recine”, produttori di grandi vini organici e biodinamici di alta qualità. E’ stato un piacere visitare la cantina e alla sera seduti nella cucina della “Filanda” (Casa sua) stappare Chianti classico docg e sorseggiarlo assaporando un fantastico piatto di pasta preparato con un delicato sugo di salsiccia toscana e zucchini appena messi a bollire a fine cottura della pasta, da parte di un amico di Sean, Francesco Berardinelli, invitato per l’occasione a raggiungerci e fortunatamente per noi finito ai fornelli. Francesco toscano di origine piemontese, è un altro ragazzo con la grande passione del viaggio che unito alla passione della cucina l’ha portato sovente in giro per il mondo, tanto che ora è chef in un rinomato ristorante di Hong Kong, anche se quanto dice lui, il suo cuore è in Italia, dove vorrebbe presto aprire un ristorantino di cucina tradizionale. Francesco tra un bicchiere e una forchettata ci illustra il suo fantastico curriculum, recensioni sul Gambero Rosso, Wine Spectator , Gourmet, Veronelli e molti altri, ci sentiamo onorati di poter dividere con lui questa bella serata tra amici, e scoprire di avere in comune la passione per la Grande Mela, New York dove lui ha vissuto come chef, e dove io passo la gran parte del mio tempo quando sono in USA durante la presentazione e promozione dei vini italiani.(www.francescoberardinelli.com).
Sean è molto gentile, ci racconta della passione di sua madre nel preparare torte matrimoniali e di una strana tradizione inglese dove si tiene una fetta del piano più alto della torta, che verrà mangiata solo alla nascita del primo genito. Rimango stupito per tanta conservazione di un dolce e lui mi spiega che merito della sua consistenza una sorta di marzapane impregnato in una bottiglia di buon wisky inglese.
Alle 9 del mattino del giorno dopo siamo già a cavallo della nostra rombante motocicletta, su e giù attraverso bellissime colline cosparse da vigneti e piccoli borghi costruiti in mattoni dove sono sorte aziende vinicole e agricole. Arriviamo nel territorio del vino Nobile di Monepulciano dove ad attenderci presso l’agriturismo “Il Greppo” troviamo Selene e Paolo, che ci accolgono con un buon bicchiere di Greppino rosso. L’azienda vinicola “Il Greppo” è situata su terreni di origine pliocenica, costituiti da argille ricche di potassio, da sabbie gialle (tufo)e conchiglie giganti che permettono di produrre uve di qualità e quindi Vino Nobile che “Dogni vino è Re” a detta del poeta Francesco Redi. Il clima di questa zona è caratterizzato da estati siccitose, rinfrescate da brezze collinari periodiche.
Paolo il proprietario della azienda vinicola, mi spiega:
- per ottenere un vino superiore si inizia nella vigna con trattamenti ecocompatibili, nidi di trappola e feromoni, diradamento dei grappoli, poi si continua in cantina con attrezzature moderne e innovative come i tenk a brevetto “Ganimede” e tradizionali tini in legno, tutti con controllo elettronico della temperatura. Infine si completa l’invecchiamento in botti e barriques di rovere francese, rovere di Slavonia e rovere misto europeo in modo da ottenere un vino forte, piacevole ma soprattutto inconfondibile.
Dal “il Greppo” si ha una vista sulla Valdichiana,e si trova a breve distanza da alcuni dei più interessanti paesi e città della zona: Montepulciano, Pienza, Cortona, Monte Oliveto Maggiore, Siena, Arezzo, Perugia e Assisi, e in oltre in posizione ideale per visitare culturali, ai numerosi luoghi di interesse storico artistico, a cominciare dal Tempio di San Biagio opera dell’architetto Antonio Da San Gallo Il Vecchio, abile equilibrio di volumi squadrati su pianta a croce greca, il ricorso a due campanili posti ai lati della facciata ricorda il progetto di San Pietro in Roma realizzato dal Barnini.
In un tour di una giornata visitiamo Montepulciano antico borgo di origine Etrusca,a 605 metri sul livello del mare tra la Valdichiana e Valdorcia, è stato per molto tempo oggetto delle contese tra Siena e Firenze. Il centro storico ha caratteristiche di borgo medioevale, a forma di S, ed è racchiuso in tre cerchia di mura, costruite intorno al XIV secolo, che racchiudono numerosi palazzi nobiliari, il Duomo, il Palazzo Comunale in Piazza Grande, le colonne del Morzocco in porta Prato (segno di definitiva conquista fiorentina del paese), tutte meraviglie che immergono il borgo in atmosfere di altri tempi, anche in occasioni delle tante feste popolari, quali il “Bravìo delle botti di Montepulciano (palio delle contrade di Montepulciano che si svolge l’ultima domenica di agosto. La parola “Bravìo” deriva dal volgare “Bravium” e sta ad indicare il premio assegnato alla contrada vincitrice, consistente in un panno dipinto con impressa l’immagine del patrono della città, San Giovanni Decollato, in onore del quale si disputa il palio delle botti), il Palio di Siena, il Bruscello e il Teatro Povero”.
Da Montepulciano attraversando Pienza e San Quirico arriviamo ad un altro grande territorio di vini e storia, Montalcino, dove incontriamo sulla piazza principale Luca Brunelli per mio conto uno dei migliori produttori moderni di Brunello di Montalcino. Ci accoglie come parte della famiglia, ospitandoci nell’alloggio dei nonni, nel centro storico. Passeggiamo tra le stradine del paese, visitiamo il castello da dove si può intravvedere il Monte Amiata. La collina su cui si trova Montalcino è stata abitata quanto sembra, già in epoca etrusca, Montalcino è menzionato in un documento del 29 dicembre del 814, quando l’imperatore Ludovico il Pio concesse il territorio sub monte Lucini all’abate della vicina Abazia di Sant’Antimo. Grazie alla posizione della cittadina, dominante la cima di una collina, dai sui viali la vista può spaziare sulle valli dell’Ombrone e dell’Asso. In epoca medioevale la principale attività economica era la conceria, e Montepulciano disponeva di molte fabbriche che erano conosciute per la qualità dei loro prodotti, oggi sicuramente il prodotto di maggior importanza del paese e del territorio circostante è la produzione di uve da vino che servono a produrre il tanto amato nel mondo, Rosso e Brunello di Montalcino.
Luca dopo una visita della cittadina ci accompagna a visitare la sua azienda, l’azienda agricola Martoccia, passeggiamo tra i vigneti e gli oliveti di famiglia, conosciamo i genitori e prima di andarcene Luca ci regala una bottiglia di Brunello di Montalcino docg del 2004 che stappiamo alla sera in piazza nel centro di Montalcino durante una bella festicciola in musica, organizzata da una australiana insediata a Montalcino ormai da tempo.
Ci svegliamo prestissimo, stà albeggiando, di fronte a noi si apre uno spettacolo indescrivibile, la valle coperta da una leggera foschia e qualche bassa nuvola, che crea una sorta di vedo e non vedo, come la pennella di un pittore, all’orizzonte si innalza il sole, che con la sua palla infuocata crea una lunga linea rossa arancione sullo sfondo, illuminando il territorio e posando i suoi raggi tutto intorno sulle foglioline umide degli alberi e dei vigneti, creando una sorta di luccichii, di danze fatate.
Attraverso questo paesaggio ai nostri occhi fatato percorriamo ancora strade di campagna, paesini, borghi medioevali fino a giungere ai piedi di Volterra, dove dopo due anni, incontro due grandi amici, Pietro (editore di Spirito Libero) e Fabiola che ci ospitano nella loro bella casetta in un piccolo borgo su un cocuzzolo tra Volterra e Monte Catini val Di Cecina. Pietro mi mostra l’ultima uscita di Spirito Libero, chiacchieriamo degli ultimi due anni delle sue avventure nel portare avanti il progetto editoriale, e delle mie avventure nel mondo. Fabiola ci mette a conoscenza di un evento artistico che si tiene per nostra fortuna quella stessa sera, così acceleratore in pugno ci dirigiamo attraverso un tunnel naturale di alberi, rami e foglie fino a sbucare come per incanto al Castello di Ginori di Quercetto, che poi scoprirò essere anche una azienda vinicola che produce eccellenti vini Rossi, Rosé e bianchi. Partecipiamo alla presentazione artistica presso la sede espositiva accademia Libera Natura e Cultura, della artista coreana S’nim Oh, che è la protagonista di una mostra di fotografia e video installazione dal titolo “Luci Sulla Tua Bellezza” che vuole essere una performance concettuale visiva sulla bellezza esteriore sempre più osteggiata mettendo da parte sempre di più la bellezza interiore che c’è in ogni uno di noi. Quercetto e in zona vive una comunità tedesca, la maggior parte degli inviati alla presentazione e gli organizzatori arrivano dalla germania, si vedono pochi locali.
Dopo aver scattato qualche fotografia insieme a Fabiola e Pietro, ripartiamo destinazione San Miniato nella provincia di Pisa dove incontriamo Leonardo e Eva , con loro visitiamo una delle aziende a me più care nella provincia di Pisa, l’Azienda vinicola Pietro Beconcini, grandi produttori di Chianti e negli ultimi anni grandi e unici produttori in Italia di Tempranillo, un uvaggio originario spagnolo. Chiedo a Eva come pensa che possa essere arrivato fino a loro questo vitigno che fino a qualche anno fa cresceva selvatico nel loro podere:
- “La mia ricerca mi ha portato a pensare che è arrivato grazie ai pellegrinaggi religiosi sulla via Francigena, ho formulato questa ipotesi sulla storicità di questo vitigno in base a ricerche tuttora in corso che presto ci daranno una valenza storica più certa. Intanto però proviamo ad andare indietro nel tempo, almeno fino al 1700, ma possiamo ipotizzare anche tempi più remoti, quando la Via Francigena, che attraversa la mia Azienda passando proprio di fianco al vigneto in questione, era un’”autostrada dell’epoca” percorsa quotidianamente da una grande quantità di persone, famiglie e comunità intere. La usavano o per piccoli spostamenti oppure, più frequentemente, per raggiungere Roma in pellegrinaggio religioso, arrivando da tutta Europa, dato che le due direttrici della Via Francigena arrivano una da Canterbury e l’altra da Santiago Di Compostela in Spagna. Ed è la Spagna, secondo la nostra ricostruzione dei fatti, che può essere il luogo di origine di queste piante.
San Miniato è stato anche nei secoli passati un luogo di culto molto importante e da sempre la sede di una importante curia vescovile, che in quei tempi deteneva la coltivazione di un’enorme quantità di terreni a San Miniato, con molti sacerdoti sparsi sul suo territorio che si occupavano di agricoltura.
Tecnica di quei tempi era la propagazione della vite per seme, principalmente perché durante i lunghi spostamenti era più facile trasportare un piccolo contenitore con i semi che non un grande e pesante fascio di tralci di vite. E questo avvalora i risultati delle nostre ricerche che ci indicano una grande percentuale di patrimonio genetico uguale al vitigno conosciuto oggi in Spagna con il nome di TEMPRANILLO, ma con le ovvie differenze dovute all’evoluzione naturale di una pianta che viene appunto seminata, e non trapiantata, in un territorio che non è quello di origine , e che successivamente ha il tempo necessario ( secoli ) per adattarsi a questo.”
Interessante sorseggiare e lasciarsi andare nei profumi di questo vino chiudendo gli occhi e pensando quanto il viaggio ha sempre aperto nuovi orizzonti e creato scambi culturali, materiali tra i popoli e i territori , tanto che oggi a distanza di secoli possiamo assaggiare un vino proveniente probabilmente da un semelasciato li secoli, secoli fa.
Intervine Leonardo:
-“Le peculiarità di queste piante quindi oggi sono dovute soprattutto all’evoluzione spontanea in seguito alla loro presenza ormai secolare sui nostri terreni. Presenza che, a mio parere, ha ottenuto il risultato sorprendente di aver selezionato in maniera estremamente naturale una pianta in grado di lavorare e produrre con un equilibrio di gran lunga superiore a vitigni anche molto selezionati e blasonati, con un ciclo vegetativo corto, ma con una fase di maturazione lenta e costante, che ci consente di ottimizzare il momento della miglior vendemmia, dandoci prova ogni giorno del suo perfetto adattamento a questo territorio”.
Il grande potenziale di queste uve sta proprio nella loro originalità e nell’estremo legame con il terreno al quale devono il loro particolarissimo attuale patrimonio genetico. Il Tempranillo di San Miniato grazie alle sue peculiarità genetiche inoltre produce uve di grande versatilità, adatte a produrre vini anche da grande invecchiamento, che uniscono la notoria morbidezza del vitigno a caratteri prettamente territoriali quali l’acidità della Toscana e la sapidità e la mineralità dei terreni calcarei.
Ormai il nostro viaggio giunge alla fine, una settimana piena, attraverso un grande territorio. La mia HD porta qualche segno e km in più, le nuvole e i temporali continuano a seguirci valico dopo valico, la pioggia ci risparmia e in una tirata di circa 400 Km eccoci nuovamente nel giardino di casa mia a godere dei ricordi di un nuovo viaggio concluso mentre inzuppiamo Cantucci in Vin Santo pensando a tutti quei nuovi amici lasciati nella bella terra di Toscana.