EL LOCO NEL MONDO

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Uno stile di vita

sabato 14 gennaio 2012

CINA, IL NUOVO MONDO CHE AVANZA

Tratto dal mio ultimo articolo su Art&Wine

Appena rientrato da uno dei miei ultimi viaggi all'insegna della promozione del buon vino italiano,viaggio che mi ha visto per un mese attraversare le principali città cinesi come promoter dei territori di Langa, Roero e Monferrato. Viaggio iniziato da Hong Kong con la partecipazione alla “International Wine Fair di Hon g Kong” che vanta un gran numero di partecipanti del settore da tutta l’Asia per poi ritrovarmi nei migliori locali è hotel di Shanghai come Woldorf Astoria, Shangri La a degustare Barbera D’asti docg, Barolo docg, Gabiano doc e Dolcetto doc e così continuare questo mio tour di promozione verso il sud, nelle città di Guanghzou e Shenzhen.

-La Cina come l’India descritta nella edizione precedente di Art&Wine, si può ormai considerare uno dei principali mercati mondiali anche nel settore del vino, dove la richiesta di vini di qualità sta aumentando, soprattutto nelle principali megalopoli del paese, dove si incontrano sempre più ristoranti e wine bar alla moda, catene di hotel internazionali e di conseguenza intenditori del dolce nettare. Il paese che per la maggiore controlla questo grande mercato è la Francia che da ormai 30 anni è presente sempre con più forza sull’intero territorio, creando sia reti di distribuzione nel settore horeca che GDO (Grande Distribuzione Organizzata), partnership con importatori locali e aprendo scuole di enologia. Subito dopo la Francia che detiene circa il 90% della importazione, troviamo Australia, Cile e Spagna mentre l’Italia per ora si trova solo al quinto posto anche se nell’ultimo anno in netta crescita, soprattutto per quello che riguarda i prodotti di alta qualità. I vini maggiormente apprezzati della nostra regione, in primix il re dei vini, il Barolo docg per la sua struttura è importanza, subito dopo il Barbera, il Dolcetto per la sua semplicità nell’essere bevuto e per i suoi frutti, il Moscato D’Asti docg per la sua freschezza e per il suo sapore dolce, che è apprezzato non solo dai cinesi ma da tutto il mondo asiatico. Mi sono accorto in questo mio ultimo viaggio, che da parte dei critici e professionisti comincia ad esserci un interesse sempre maggiore anche per quei vini meno conosciuti dal mondo cinese come il Gattinara, il Roero , il Birbet e il Gabiano piccola doc dell’alessandrino nell’omonimo comune, questo significa che la conoscenza e interesse verso i nostri vini piemontesi sta crescendo.
Oltre importare vino, la Cina è da tempo anche produttore, basti pensare che la vite e il vino hanno origini molto antiche in questo paese, le specie selvatiche come la vite Davidii, Thumbergii, Lanata, Flexuosa , presenti ancora oggi sul territorio, risalgono al 2.000 a.C. Il primo documento storico che attesta la presenza del vino nel paese è data dalle testimonianze di “Sima Qian”, risalente alla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) Qui viene descritta la persona del generale Zhang Qian che nel 138 a.C. per volere dell’imperatore Wu Han dovette recarsi nelle regioni occidentali in missione diplomatica, e proprio durante questo viaggio egli scoprì che nei dintorni di Dawan si produceva vino dall’uva, nettare che veniva apprezzato e consumato per lo più dalle persone benestanti. Dopo questa scoperta l’imperatore cominciò a piantare vigne, e da qui si deduce che la dinastia degli Han Occidentali furono coloro che introdussero le tecniche di coltivazione dell’uva e la produzione di vino facendo si che l’ovest diventasse il territorio principale per la produzione del vino in Cina. Anche altri testi, documentano la storicità della produzione del vino in Cina fino dall’antichità. Ma anche se il processo di vinificazione del vino d’uva è più semplice rispetto a quello del vino di riso, quest’ultimo si è sviluppato molto di più, in quanto il carattere stagionale della produzione dell’uva non ha consentito al vino di porsi alla pari dei fermentati di cereali in fattore di utilizzo e praticità, inoltre studiando la storia del paese si nota come la diffusione del vino nelle zone interne sia avvenuto in modo discontinuo, e come la tecnologia vinicola sia stata introdotta in queste regioni soltanto durante la dinastia Tang e fiorita durante il regno degli Yuan, per lo più nella regione del Xinijang e nel territorio di Taiyuan. Sembra poi che per un lungo periodo la produzione del vino si sia interrotta per poi riprendere solo nei primi del 1000 d.C per diventare patrimonio comune con la dinastia Tang tanto da essere menzionato in opere letterarie, esempio il più famoso poeta del tempo “Liu Yuxi” scrive: “Essendo nativo dello Shanxi, pianto questo frutto di giada e ne faccio un vino prelibato di cui non ne ho mai abbastanza”, oppure dalle scritture di Wang Han nel poema Liang si legge: “Con il buon vino di notte in coppe fluorescenti di cristallo guerrieri rifiutano di salire sui loro destrieri” , questi ed altri testi ritrovati testimoniano che nella regione dello Shanxi c’erano molti vigneti e veniva prodotto il vino. I regnanti della dinastia Yuan erano così appassionati del vino che ordinarono di utilizzarlo solo nel tempio per i riti più importanti, per garantire i quantitativi necessari, fecero piantare vigneti a Nanchino e nella provincia di Gansu e costruire una cantina nel palazzo imperiale. L’idea della produzione moderna del vino nasce nel 1892 durante gli ultimi anni del regno degli Qing dove un cinese arrivato dall’occidente di nome Zhang Bishi piantò dei vigneti e costruì una cantina a Yantai introducendo dall’occidente varietà d’uva pregiata, macchinari moderni e fusti di legno per la conservazione. Nel 1915 durante la Mostra Internazionale delle Nazioni, questi vini “moderni” ottennero la medaglia d’oro e varie onorificenze, era la prima volta che dei vini cinesi ricevevano un riconoscimento di questo valore a livello mondiale. Durante lo stesso periodo una drogheria tedesca creò la prima officina vinicola della zona. Ma i veri successi arrivarono tra il 1978 e ’83 dove Guo Qichang introducendo nuove tecniche vinicole pose le basi per fare entrare l’industria enologica cinese nei parametri internazionali, e con la joint-venture sino-francese Dynasty Winery Corporation del 1980, e la nascita della “Great Wall Winery” assieme alla Changyu hanno portato alla costituzione del “triumvirato dell’industria vinicola cinese”. Queste tre aziende coprono ancora tutt’oggi più della metà del mercato cinese. Con il 1990 si è vista la creazione della produzione di Brandy cinese sempre grazie al lavoro dei francesi sul territorio, e soprattutto alla fine degli anni ’90 un rapido aumento del consumo dei vini rossi. Grazie a questi aumenti anche il numero delle cantine è aumentato passando da 240 nel 1985 a 500 nel 1999. L’uso di attrezzature e nuove tecniche moderne, come la “fermentazione malolattica”, macchine pressatrici ad aria, fermentatori, hanno posto le basi a un grande sviluppo della produzione interna facendo si che negli ultimi anni molti investitori e aziende vinicole occidentali, francesi, Nord Americane e ultimamente anche italiane hanno messo le basi per la produzione del vino in Cina creando partnership con imprenditori locali.
Oggi i cinesi consumano grandi quantitativi di vino, per lo più vini francesi ritenendo ancora da parte della maggioranza che la Francia è l’unico paese che produce vini di prestigio e alta qualità, informazione (o mal informazione) costruita dal marketing francese sul territorio cinese negli ultimi 20 anni. La corsa a conquistarsi una fetta di mercato è iniziata, i governi di Cile, Sud Africa, Spagna, Australia, Argentina e soprattutto Francia si stanno impegnando con tutti i mezzi per promuovere i loro vini, perfino il Cile che ha un PIL inferiore a quello italiano sta facendo di più del nostro paese, la questione ora è capire che se si vuole arrivare a competere con questi nostri concorrenti bisogna creare strategie di promozione, marketing e soprattutto essere presenti sul posto con infrastrutture e rappresentanti che conoscano la cultura e la richiesta dei cinesi, non basta dire di produrre il vino migliore ma bisogna poi far si che arrivi sulle tavole dei consumatori educandoli e facendoli così scoprire l’altissima qualità dei nostri grandi vini.
Sarò nuovamente presente tra Hong Kong e Cina tra Maggio e Giugno per un viaggio promozionale di un mese che mi vedrà nuovamente nelle principali città di questo grande paese. Viaggio promozionale che fa parte di un progetto più amplio che mi vede presente nei principali mercati mondiali.

Sebastiano