EL LOCO NEL MONDO

EL LOCO NEL MONDO
Uno stile di vita

lunedì 21 giugno 2010

CANADA- Ontario

TRATTO DAL MIUO ULTIMO ARTICOLO SULLA RIVISTA SPIRITO LIBERO:

CANADA ONTARIO
Un nuovo stile per viaggiare “CouchSurfing”

Sul’ultimo numero di Spirito Libero “Viaggio nel Viaggio” vi ho raccontato di un mio viaggio in camper, iniziando raccontandovi che sono tanti i metodi con cui si può soddisfare la voglia del viaggio è dell’avventura. In questa uscita vi parlerò di un metodo tutto nuovo che ho scoperto solo da un anno, e che mi ha già permesso di conoscere nuove molte interessanti persone in giro per il nostro fantastico Pianeta, che mi hanno dato la possibilità di continuare questo mio continuo movimento tra un paese l’altro. In questo metodo chiamato “CouchSurfing” in questo ultimo mese ho attraversato le bellissime strade di Chicago, avendo la fortuna di partecipare come spettatore al fantastico “Chicago Blues Festival” che si tiene a Giugno, e poi dirigermi per la mia prima volta in Canada nello stato dell’Ontario e cosi’ approdare a Toronto bellissima moderna città in mezzo al verde dei suoi tanti parchi, si dice che sia la città più verde del pianeta.
Prima di iniziare a descrivervi il mio viaggio e questi bellissimi luoghi, vi introduco cosa significa viaggiare utilizzando CouchSurfing. Prima di tutto è una comunità di oltre un milione di persone in tutto il mondo, iscritte tramite un sito web: www.couchfurfing.com dove ogni uno mette giù un proprio profilo e dichiara di poter ospitare nella propria casa sul proprio “couch” (letteralmente divano) un altro CouchFurfer che stà viaggiando nel territorio dell’ospitante. Un metodo nuovo per viaggiare a basso costo, e soprattutto un metodo eccezionale per conoscere moltissime persone interessanti.
Lasciata Chigaco dove sono stato ospite di un gruppo di ragazze CouchSurfer nel quartiere Portoricano, nei giorni appena prima la mia partecipazione come promoter del territorio italiano e dei suoi vini al International Wine Meeting di Chicago, eccomi arrivare a Toronto dove prima su un autobus cittadino, con partenza appena di fronte all’aereo porto e poi in metropolitana, ho raggiunto la zona di St Clair, dove attraversando la Yonge street, la più grande arteria stradale del mondo, che per oltre 1.896 Km unisce il Lago Ontario al lago Simcoe nello stato dell’Ontario in Canada, ho raggiunto le miei nuove ospiti due ragazze CouchFurfing che mi hanno fatto subito spazio nella loro bella casa e mi hanno messo a disposizione tutti i confort necessari. La cosa più divertente che unisce i CoucFurfer è la voglia di conoscere e di viaggiare, quindi l’amicizia diventa immediata. Insieme ai miei nuovi amici sono subito andato alla scoperta della città di Toronto percorrendo i circa 10 Km della Yonge street che uniscono St Clair alla Donw Town. Questa strada oltre essere la più lunga al mondo è anche una delle più animate, su entrambi i lati decine se non centinaia di negozi, bar e sui marciapiedi musicisti e artisti. Per quasi il suo intero percorso la Yonge street non ha nessuna deviazione è praticamente dritta, solo in un punto, all’incirca all’altezza di St Clair la strada ad un incrocio perde la sua linearità per deviare di un paio di metri, la storia narra che i costruttori erano partiti da due punti opposti e arrivati a questa punto di congiunzione non avendo fatto i giusti calcoli le strade non si incontravano per un paio di metri.
Toronto oltre essere la capitale dell’Ontario è il centro più popoloso del Canada con oltre quattro milioni di abitanti ed è anche il centro commerciale dello stato insieme a Montréal, che si trova nel nord est, nella zona dove si parla ancora la lingua francese. Toronto è anche la più multietnica città del mondo con il 36% degli abitanti di non origine europea, qui per le strade è facilissimo fare conoscenza con indiani, cinesi, africani ecc…Per farsi una idea della multi etnicità della città, pensate, il 911, centralino locale è preparato per rispondere a ogni chiamata in 150 lingue differenti. Una delle comunità più grandi è quella italiana con una presenza di circa 500.000 persone di origine italiane. Proprio agli italiani viene dedicato anche un quartiere Little Italy dove ogni anno a giugno si tiene una bellissima festa di 3 giorni che vede centinai di miliaia di partecipanti nella sua strada principale. La strada viene decorata con bancarelle che propongono varie cibarie, non solo italiane, musicisti, per lo più musica tradizionale italiana, fisarmonica e mandolino. Oltre Little Italy altro luogo di ritrovo della comunità italiana è il quartiere elegante di St Clair che dal 1988 viene anche nominata con il nome aggiuntivo di “Corso Italia”.
Toronto all’interno della sua area possiede 240 quartieri raggruppati in 6 sobborghi: Old Toronto, East York, Etobicoke, Scarborough, North York e York (dove si trova anche il quartiere di Weston). Quando i primi europei arrivarono nel territorio dove oggi si trova la città, la regione era già abitata da tribù di Huroni, che avevano a loro volta scacciato gli Irochesi che per secoli popolarono l'area prima del 1500. Il nome Toronto è probabilmente derivato dalla parola irochese tkaronto, che significa "luogo dove gli alberi stanno in acqua".Toronto fu per ben due volte, ma per brevi periodi, la capitale della Provincia del Canada, nel 1849-1852 a seguito di disordini a Montreal, e successivamente nel 1856-1858. Come lo fu per l'Alto Canada nel 1793, Toronto divenne la capitale della provincia dell'Ontario (dopo la sua creazione) nel 1867 ed è rimasta tale da allora.
Percorrendo l’intera Yonge street fino poco prima del lago Ontario si può giungere a una delle massime attrazioni turistiche del luogo, la Canadian National Tower o CN Tower che, coi suoi 553,3 m, è stata la torre più alta del mondo per ben 31 anni, fino al settembre 2007, quando è stata sorpassata dal grattacielo tuttora in costruzione Burj Dubai. La CN Tower fu costruita tra il 1973 ed il 1976 per ordine della più importante compagnia televisiva canadese, la CBC, che necessitava di una nuova torre per le trasmissioni. La compagnia trovò uno sponsor per la costruzione nella società statale che gestiva, e gestisce tuttora, la rete ferroviaria, cioè la CN che possedeva i terreni dove oggi sorge la torre; per questo motivo è nota al mondo con il nome di CN Tower. Ancora tuttoggi contina ad essere una torre di trasmissione radio televisiva, e inoltre nel suo disco piattaforma che si trova verso la punta estrema della torre è stato creato il più alto ristorante di lusso che ruota su se stesso, a un piano successivo a 342 metri si trova un pavimento trasparente, da brivido, su cui ci si può passeggiare e ammirare la sky line dall’alto. L’ultima piattaforma panoramica chiamata "Sky Pod" detiene il record di altezza a livello mondiale ed è posta a 447 m d'altezza che corrispondono a ben 147 piani.
Un’altra attrazione di Toronto e il suo modernissimo stadio chiamato “Sky Dome” per la sua copertura apribile e successivamente ribattezzato Rogers Centre in seguito all'acquisto dello stesso da parte della Rogers Communications, già proprietaria dei Blue Jays, la squadra di baseball della città. Questo stadio con tetto a cupola semovente è lo stadio apribile più grande del mondo, il peso del tetto raggiunge le 12.000 tonnellate. A Toronto hanno sede numerose squadre militanti nei maggiori campionati nordamericani. L'hockey su ghiaccio è sicuramente lo sport più seguito anche se quest’anno la vittoria dopo tanti anni è tornata a Chicago.
Ha Toronto ha anche sede la maggiore università canadese, chiamata l'Università di Toronto, oltre alla Ryerson University e alla York University, e numerose tra le maggiori industrie e attività economiche del Canada.
La vita notturna della città è molto animata, ovunque bar e pub dove si può sorseggiare una delle tantissime birre di produzione locale o un buon bicchiere di vino di importazione, ascoltando buona musica live. Divieto assoluto in tutto lo stato e bere alcolici al di fuori delle mura domestiche o dei luoghi attrezzati come bar, pub ecc…
Durante la mia permanenza in questa bellissima città Lyn, una delle ragazze CoucFurfing che mi ospitano mi ha accompagnato in visita al luogo più famoso e turistico del Canada, le famose immense cascate del Niagara, che distano all’incirca una ora e mezza di automobile da Toronto, lungo un territorio disseminato da aziende vinicole locali.
Le prime aziende vinicole commerciali dell’Ontario sono nate solamente all’inizio degli anni '80, giungendo in breve tempo a un livello di eccellenza riconosciuta in ambito internazionale. Oggi in Ontario, che ha la stessa latitudine della Borgogna francese, si contano 538 coltivatori, molti dei quali di origine italiana. Le 125 aziende vinicole attive sul territorio producono 56 milioni di litri, per un valore di vendite pari a 500 milioni di dollari canadesi. Le principali uve utilizzate sono: Chardonnay per i vini bianchi (3,8 milioni di litri) e il Cabernet Franc per i vini rossi (1,4 milioni di litri), cui si affianca il Vidal per la produzione di Ice Wine, oltre a tutte le varietà internazionali più diffuse, dal Pinot Nero al Riesling, dal Merlot allo Syrah.La fama dell'Ontario in campo enologico è legata ai Ice Wine, vini prodotti con uve che vengono lasciate congelare sulle piante, quindi pigiate quando gli acini sono ancora ghiacciati per estrarre solamente il succo, privo di acqua, dolce e concentrato; in realtà sono ben 15 le denominazioni d'origine, conosciute e apprezzate in tutto il mondo. I vini prodotti al 100% con uva locale sono identificati con la denominazione Vintners Quality Alliance (VQA) e rappresentano l'8% della produzione vinicola dell'Ontario, circa 10,8 milioni di litri che valgono 205,6 milioni di dollari canadesi. I vini non certificati in questo modo possono essere blend con vini provenienti dall'estero e sono etichettati come "Cellared in Canada", "Product of Canada" oppure "Vinted in Canada". Questi vini stanno avendo sempre più un grande mercato soprattutto in Asia, Cina. Ho avuto la fortuna nei miei giorni di permanenza a Toronto, visto che rappresento molte aziende vinicole italiane, di essere invitato a un wine tasting sui vini canadesi e posso dire che alcuni sono veramente interessanti soprattutto con formaggi.
Percorrendo queste strade tra i vigneti più famosi del Cnada si raggiunge l’immenso spettacolo delle famosissime Cascate del Niagara, situate a cavallo tra Canada e U.S.A. Queste cascate per la loro portata d’acqua sono tra le più famose del Pianeta, in realtà non sono cosi alte, solo 58 m di salto, ma lo scenario è la dimensione in ampiezza le fanno diventare uniche. Si parla di una portata d’acqua di 160.000 metri cubi al minuto che fanno diventare le Niagara Fall le più mastodontiche del Nord America e sicuramente le più conosciute al mondo. Si tratta di un complesso di tre cascate distinte anche se originate dal medesimo fiume, il Niagara. Iniziano dal versante canadese con le horseshoe falls (ferro di cavallo), dette talvolta anche canadian fall, separate dalle american falls, sul lato statunitense, dalla Goat Island (Isola delle Capre), e finiscono sempre nel suolo statunitense con le più piccole Bridal Veil Falls (cascate a velo nuziale).
Oltre essere famose per la loro bellezza sono famose anche per la produzione di energia elettrica. Gran parte della loro notorietà gli è stata data dal film “Niagara” girato nel 1953 dal regista Henry Hathaway e con Marilyn Monroe come protagonista. Molti degli edifici e luoghi che fecero da scenografia al film sono stati conservati così com'erano per l’attrazione turistica. Purtroppo la bellezza di questo stupendo dono della natura deve fare i conti con il turismo di massa e la cementificazione che ormai ha conquistato ogni angolo di quello che un tempo era un piccolo villaggio intorno a questo sito. Ovunque sorgono hotel internazionali a cinque stelle, torri fantascentifiche, ruote panoramiche, casinò e la strada centrale che sorge sulla collina adiacente si è trasformata in un grande luna park.
Comunque lo spettacolo delle acque del Niagara è sempre eccezionale e unico e nei migliori momenti di sole sul getto principale si può vedere perfettamente un bellissimo arcobaleno colorato che spunta tra la spuma del grande getto.
Le radici storiche delle cascate del Niagara risalgono nella glaciazione del Wisconsin terminata circa 10.000 anni fa. I Grandi Laghi dell'America del nord ed il fiume Niagara sono l'effetto dello scioglimento di questa enorme massa di ghiaccio. Dopo che il ghiaccio si fu sciolto, dal Lago Superiore si formò l'attuale fiume Niagara. Nel tempo il fiume si creò un nuovo passaggio per il Lago Erie ed il Lago Ontario. Durante questo stravolgimento geografico della zona vennero in superficie delle vecchie rocce marine molto più antiche rispetto alla recente glaciazione. Le tre maggiori tra queste formazioni sono visibili nell'alveo scavato dal fiume Niagara. Quando il fiume incontrò queste rocce più dure, la sua forza di erosione divenne più lenta. Dalla collina che porta alla cittadina di Niagara si possono notare le grosse rapide che si gettano in queste magnifiche cascate. Il livello superiore delle cascate è formato da rocce di stile dolomitico, molto dure e resistenti, mentre il livello inferiore delle cascate si trovava invece una roccia molto tenera e friabile che si erode molto più velocemente; questa differenza ha creato, nei millenni, l’imponente salto delle cascate. Le cascate originariamente erano situate nei pressi di Lewiston (New York) e Queenston (Ontario), ma l'erosione delle acque le ha fatte arretrare fino al sito attuale. Le cascate hanno un salto di circa 58 m, anche se quelle americane cadono su delle rocce situate ad appena 21 m dal bordo della cascata. Rocce che si sono formate a causa di una frana avvenuta nel 1954. La grande cascata canadese è larga 800 m mentre la cascata americana solo 323 m.
Interessante è che Il nome Niagara ha origine dal termine in lingua irochese, Onguiaahra, che significa acque tuonanti. Gli antichi abitanti della regione erano gli Ongiara, una tribù irochese chiamata Neutrale da un gruppo di coloni francesi che beneficiarono della loro mediazione per risolvere alcune dispute con altre tribù locali.
Dall’alto delle cascate si può notare in lontanaza il ponte dell'arcobaleno costrito nel 1941, da esso si ha una spettacolare visione delle cascate nella loro intera dimensione.
Si racconta inoltre che qualche anno fa un bambino, sbadatamente, sia scivolato nel grande salto della cascata principale con indosso solo dei pantaloncini e un salvagente a giubbetto e quanto sembra fu stato recuperato illeso, sicuramente non era ancoa giunto il suo momento…
Dopo un viaggio fino qui vale la pena prendere posto su uno dei tanti traghetti turistici che partono ogni momento per portare i curiosi armati di macchina fotografica fino a pochi metri dal getto. Solo da questa posizione si può capire la forza di queste acque e la loro maestosità.
Ora seduto in un caffè italiano lungo la Yonge street, battendo le ultime lettere sulla tastiera del mio PC e così concludendo questo altro mio articolo per Spirito Libero, mi preparo a una nuova avventura CouchFurfer, domani lascerò Toronto per ritornare in una delle miei città più amate New York City e cosi’ conoscere nuovi CouchSurfing e amici e intraprendere una nuova avventura all’insegna del buon vino Italiano.

20 Giugno 2010
Sebastiano Ramello

sabato 5 giugno 2010

MAROCCO IN CAMPER

Tratto dall'articolo scritto per SPIRITO LIBERO (Maggio 2010)

Sono tanti i metodi o meglio i mezzi che si possono utilizzare per compiere un viaggio. Uno dei mie più bei ricordi da viaggiatore, mi porta a quando al volante del mio vecchio fedele camper, un Ford del 1986 ho raggiunto Marzuga la zona sahariana del Marocco, con lo scopo di surfare con la mia tavola da snowbord le alte dune del deserto. Un viaggio iniziato lasciandomi alle spalle il mio piccolo villaggio nel cuneese, Centallo, per così oltrepassare la bellissima catena delle Alpi, la Francia, La Spagna e imbarcarmi su un traghetto che in trenta minuti mi ha scaricato sulla costa mediterranea di questo fantastico paese, situato nell’Africa settentrionale nella zona anche chiamata Maghereb . Circondato dal mare Mediterraneo nella parte settentrionale, dall'Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra, confinante via terra con l’Algeria e la Mauritania, il Marocco nel suo territorio possiede anche 4 zone spagnole nella parte affacciata sul Mediterraneo: Ceutta, Melilla, Penon De Velez De La Gomera, Penon De Alhucemas, oltre questi territori appartengono anche alla Spagna l’isola di Chafarinas sul Mediterraneo, a circa 45 Km a est di Melilla, l’isola Canarie al largo del lombo più a sud della costa atlantica. In fine l'isola disabitata di Perejal, poco più di uno scoglio situato presso lo stretto di Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna. Il paese è governato da una Monarchia Costituzionale, la lingua ufficiale è l’arabo, anche se il 40% degli abitanti parla il berbero, introdotto di recente nelle scuole ma non riconosciuto come lingua ufficiale; il francese è una seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione, nell'educazione superiore e nei commerci, nel nord del paese viene anche parlato lo spagnolo.
Questo mio viaggio mi ha portato ad attraversare fantastici scenari, boschi di ulivi, strade sterrate, impervie montagne, come la zona del Rif che costeggia la parte mediterranea e la catena dell’Atlante che attraversa tutto il Paese da sud-ovest a nord-est con diverse vette che raggiungono i 4.000 m come la sua cima più alta il Monte Jbel TubKal con i suoi 4165 m, dove in un giorno di sole alternato da forti piogge e grandinate ho avuto il piacere di raggiungere attraverso un bellissimo traking che mi ha portato ad attraversare all’inizio della ascensione, campi coltivati, villaggi berberi di una ospitalità unica, e con la compagnia di un asinello, su per i suoi pendii fino a piantare la mia piccola tenda al campo base a 3500 m e l’indomani con il sorgere del sole arrampicarmi lungo una lunga pietraia che fino alla sua vetta e da li assaporare la bellezza dell’orizzonte marocchino per poi rientrare a valle e gustare un caldo te alla menta, così rimettermi al volante verso la bellissima città Quarzazate, situata alla porta del deserto del Sahara, nella valle del Dadès, nell’incrocio della valle del Draa. Nata negli anni ’20 per opera dei francesi, come centro militare e amministrativo, città famosa per i suoi studi cinematografici e per i tanti film girati nelle sue vicinanze, come La Mummia, Lowrence D’Arabia, Il Té Nel Deserto. Poco fuori Quarzazate, in direzione di Tinerhir, si trova la Casbah Taoirirt, abitata sino a poco dopo gli anni trenta, e oggi un interessante complesso turistico. Alle spalle del monumentale edificio si apre un piccolo villaggio tutt'ora abitato.
Da qui attraverso strade sterrate che attraversano un deserto piatto fatto di ciottoli e sabbia, a volte alternato da pezzi di strada asfaltata, ma per la maggior parte ricoperti di fine sabbia d’orata, sterzando ad ogni buca ho raggiunto Marzuga una bellissima cittadina situata in una oasi nel deserto della provincia di Er Rachidia, un tempo un punto di sosta lungo le piste che attraversavano queste zone isolate, e oggi il luogo di partenza e di arrivo dei turisti che visitano il deserto sabbioso chiamato Erg poiché a breve distanza si trovano le enormi dune alte fino a 250 m dell'erg Chebbi. La città più vicina è Erfoud, cittadina dove ancora si possono trovare tuareg di passaggio. Arrivando a Marzuga piano piano il desero piatto fatto di sassi e rocce lascia il posto a distese di sabbia e all’improvviso arrivando al villaggio di Erfoud come per incanto,davanti si innalzano montagne dorate che con i raggi del sole e il vento cambiano di tonalità di colore, queste sono le alte dune del deserto del Sahara. -Ricordo come al mio arrivo decine di ragazzini hanno cominciato a correre dietro al mio camper, qualcuno bussando alle portiere per così guadagnarsi un passaggio e altri appendendosi alla scala sul posteriore del mezzo. Trovata una gentile famiglia e dopo una rinfrescata con acqua tiepida già riciclata, comincio da subito a spargere la voce che sono interessato ad inoltrarmi nel deserto per surfare le alte dune di sabbia. Due giovani tuareg si fanno avanti con i loro striminziti dromedari offrendosi subito di accompagnarmi, alla ricerca della discesa ideale. Così a passo lento cullato dal dolce dondolio del dromedario, tavola in mano, duna dopo duna troviamo il luogo giusto dove accamparci. Una perfetta Conca tra alte dune, protetti dalle forti raffiche di vento. Al mattino ancor prima del sorgere del sole, preparo la mia attrezzatura e passo dopo passo, sprofondando nella sabbia fino alle caviglie, con fatica, risalgo la cresta dorata fino al suo punto più alto da dove mi soffermo ad ammirare e contemplare il fantastico spettacolo del sorgere del sole nel Sahara. Appena la grossa palla arancione si è trovata di fronte a me e i suoi raggi hanno cominciato ad bruciare la mia pelle, controllata la pendenza, con un spinta mi lascio scivolare sulla sabbia cosi che da poter galleggiare con la pancia dello snowbord e creare larghe curve fino a raggiungere il bivacco della notte precedente. Una emozione unica, un altro mio piccolo sogno esaudito in pochi minuti, surfare le dune del deserto del Sahara.
Soddisfatto di questa mia ultima piccola impresa, mi rimetto alla guida con un sorriso in più, puntando verso nord e le città imperiali, cosi raggiungo Marakesh situata al centro sud del paese, a soli 150 km dalla costa dell'oceano atlantico e dalla bella Esauira. Non lontana dalle montagne dell'Alto e del Medio Atlante, in linea d'aria non più di 50 km dalle sue vette. Si ritiene che Marrakech sia stata fondata all'inizio della dinastia almoravide, fra il 1062 ed il 1070, da un importante comandante militare, Yūsuf ibn Tāshfīn. Agli Almoravidi, seguì la dinastia almohade che arricchirono la città di opere importanti, facendo erigere la nuova Kasbah e l'imponente moschea detta Kutubiyya. La sua corte fu frequentata da poeti e filosofi fra i quali Ibn Rushd. Questi regni durarono all’incirca due secoli, poi la città subì saccheggi e invasioni fino al sedicesimo secolo quando passo alla dinastia dei Sa’didi i quali gli ridettero vita. A questo periodo seguì la dinastia alawita e la città venne nuovamente rasa al suolo ad eccezione delle tombe e così venne scelta come capitale Meknes. Da quel periodo ai giorni nostri non vi furono grossi avvenimenti nella storia della città e Marrakech rimase una città imperiale, importante come base meridionale per controllare le tribù berbere. Marrakech fù anche una importante città commerciale soprattutto tra le zone desertiche e il nord .Oggi conta circa 1.460.000 abitanti ed è senz'altro la città più nota del Marocco, solo seconda a Casablanca per le attività commerciali. Dalle elezioni del 12 giugno 2009 che hanno visto la vittoria di Fatima al-Mansouri sul sindaco uscente Omar al-Jazuli, Marrakech ha per la prima volta un sindaco donna, è la seconda città del Marocco dopo Essaouira a raggiungere questa meta.
Marrakech è formata dalla città vecchia, “la medina”, racchiusa da antiche mura, e ad ovest della moderna città nuova. La piazza principale della città è Djemaa el Fnaa che è anche la porta sulle viuzze della medina, addossate da centinaia di piccoli e medi negozietti che vendono di tutto, dal ferro battuto, scarpe, borse e i famosi puf di cuoio e pelle, lampade, spezie e profumi. La piazza di giorno è un andar e vieni di gente ma verso la sera si trasforma in una sorta di enorme ristorante a cielo aperto. Intorno alle 6 del pomeriggio dalle tante viuzze che la circondano si vedono arrivare uomini che trascinano dietro di loro carri che trasportano padellami, cibarie e cucine improvvisate. Ogni uno di loro si sistema in una zona fissa e prepara un piccolo vero e proprio ristorante ambulante fatto di tavoli sedie e cibi speziati. Appena le tante cucine a due ruote si mettono in moto, altre decine e centinaia di persone invadono la piazza, giocolieri, mangiafuoco, cartomanti e tanto ancora creando un luna Park improvvisato, animando la gioia dei turisti e dei passanti. La piazza a sud-ovest è dominata dalla moschea della Kutubiya che è sovrastata dal ben più appariscente omonimo minareto, alto settanta metri, è il minareto più antico delle tre torri almohadi che ci sono giunte, insieme alla Giralda di Siviglia e la torre Hassan a Rabat. Il suo nome deriva dalla parola "kutub" e sembra indicasse il fatto o che nei dintorni fossero presenti venditori di libri sacri o scrivani che prestavano servizio agli analfabeti.
L'architettura è tipica marocchina, del periodo almohade, con decorazioni di maiolica bianca, turchese e arabeschi scolpiti, differenti sui quattro lati.
Lasciare Marrakech e il suo fascino non è semplice ma il viaggio continua verso nord, la città di Fes o Fez come viene anche chiamata. Città sacra che si trova nel fondo di una fertile vallata. La zona vecchia della città, per i suoi edifici, i suoi mercati e le sue moschee, è uno dei centri più attraenti di tutto il mondo islamico. Come popolazione è la terza città del Marocco e la più antica città imperiale, questo dovuto anche all'importanza della sua antica università sulla cultura e sull'arte del Nordafrica musulmano. Fès è famosa per la sua "medina", Fās al-Bālī in cui si manifesta tutta la complessità di una città musulmana antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi, in cui i trasporti avvengono con gli asini carichi fino all'inverosimile. Tra i vicoli a labirinto si aprono ogni tanto piccole piazze circondate da tanti negozietti. Tra i monumenti più noti la Medersa Bu ʿInayna, scuola coranica con alloggio per gli studenti, fronteggiata da un orologio ad acqua e da un arco che scavalca la strada. Altra madrasa è quella degli ʿAṭṭārīn profumieri. La città ha molte moschee, la più importante è la Moschea al-Qarawiyyīn, fondata nell'857 da Fāṭima, figlia di Muḥammad al-Fihrī, La Moschea è anche sede della più antica università islamica, con una biblioteca di antichi testi coranici ed è seconda per prestigio - insieme alla Zaytūna di Tunisi - solo ad al-Azhar del Cairo. Altro importante edifici è il palazzo reale che però è vietato ai visitatori.

Altra bellissima città sempre spostandosi verso nord è Meknes anche lei città imperiale, a circa 130 Km da Rabat e 60 da Fes, facilmente percorribile in camper in quanto unita da una ben fornita autostrada. Questa città con una popolazione di circa 600.000 abitanti prende il nome da una tribù berbera conosciuta come “Miknasa”. Oltrepassando questa ultima bellissima città imperiale le zone aride lasciano sempre più lo spazio al verde, a piccole colline, laghi, fino a raggiungere nuovamente il mare Mediterraneo e da li, ritrovarmi nuovamente al casello della dogana a compilare i documenti per il rientro in Europa e verso casa…casa dolce casa…sempre con quella dolce amarezza di una nuova avventura giunta alla fine.

Sebastiano Ramello