EL LOCO NEL MONDO

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Uno stile di vita

sabato 5 giugno 2010

MAROCCO IN CAMPER

Tratto dall'articolo scritto per SPIRITO LIBERO (Maggio 2010)

Sono tanti i metodi o meglio i mezzi che si possono utilizzare per compiere un viaggio. Uno dei mie più bei ricordi da viaggiatore, mi porta a quando al volante del mio vecchio fedele camper, un Ford del 1986 ho raggiunto Marzuga la zona sahariana del Marocco, con lo scopo di surfare con la mia tavola da snowbord le alte dune del deserto. Un viaggio iniziato lasciandomi alle spalle il mio piccolo villaggio nel cuneese, Centallo, per così oltrepassare la bellissima catena delle Alpi, la Francia, La Spagna e imbarcarmi su un traghetto che in trenta minuti mi ha scaricato sulla costa mediterranea di questo fantastico paese, situato nell’Africa settentrionale nella zona anche chiamata Maghereb . Circondato dal mare Mediterraneo nella parte settentrionale, dall'Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra, confinante via terra con l’Algeria e la Mauritania, il Marocco nel suo territorio possiede anche 4 zone spagnole nella parte affacciata sul Mediterraneo: Ceutta, Melilla, Penon De Velez De La Gomera, Penon De Alhucemas, oltre questi territori appartengono anche alla Spagna l’isola di Chafarinas sul Mediterraneo, a circa 45 Km a est di Melilla, l’isola Canarie al largo del lombo più a sud della costa atlantica. In fine l'isola disabitata di Perejal, poco più di uno scoglio situato presso lo stretto di Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna. Il paese è governato da una Monarchia Costituzionale, la lingua ufficiale è l’arabo, anche se il 40% degli abitanti parla il berbero, introdotto di recente nelle scuole ma non riconosciuto come lingua ufficiale; il francese è una seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione, nell'educazione superiore e nei commerci, nel nord del paese viene anche parlato lo spagnolo.
Questo mio viaggio mi ha portato ad attraversare fantastici scenari, boschi di ulivi, strade sterrate, impervie montagne, come la zona del Rif che costeggia la parte mediterranea e la catena dell’Atlante che attraversa tutto il Paese da sud-ovest a nord-est con diverse vette che raggiungono i 4.000 m come la sua cima più alta il Monte Jbel TubKal con i suoi 4165 m, dove in un giorno di sole alternato da forti piogge e grandinate ho avuto il piacere di raggiungere attraverso un bellissimo traking che mi ha portato ad attraversare all’inizio della ascensione, campi coltivati, villaggi berberi di una ospitalità unica, e con la compagnia di un asinello, su per i suoi pendii fino a piantare la mia piccola tenda al campo base a 3500 m e l’indomani con il sorgere del sole arrampicarmi lungo una lunga pietraia che fino alla sua vetta e da li assaporare la bellezza dell’orizzonte marocchino per poi rientrare a valle e gustare un caldo te alla menta, così rimettermi al volante verso la bellissima città Quarzazate, situata alla porta del deserto del Sahara, nella valle del Dadès, nell’incrocio della valle del Draa. Nata negli anni ’20 per opera dei francesi, come centro militare e amministrativo, città famosa per i suoi studi cinematografici e per i tanti film girati nelle sue vicinanze, come La Mummia, Lowrence D’Arabia, Il Té Nel Deserto. Poco fuori Quarzazate, in direzione di Tinerhir, si trova la Casbah Taoirirt, abitata sino a poco dopo gli anni trenta, e oggi un interessante complesso turistico. Alle spalle del monumentale edificio si apre un piccolo villaggio tutt'ora abitato.
Da qui attraverso strade sterrate che attraversano un deserto piatto fatto di ciottoli e sabbia, a volte alternato da pezzi di strada asfaltata, ma per la maggior parte ricoperti di fine sabbia d’orata, sterzando ad ogni buca ho raggiunto Marzuga una bellissima cittadina situata in una oasi nel deserto della provincia di Er Rachidia, un tempo un punto di sosta lungo le piste che attraversavano queste zone isolate, e oggi il luogo di partenza e di arrivo dei turisti che visitano il deserto sabbioso chiamato Erg poiché a breve distanza si trovano le enormi dune alte fino a 250 m dell'erg Chebbi. La città più vicina è Erfoud, cittadina dove ancora si possono trovare tuareg di passaggio. Arrivando a Marzuga piano piano il desero piatto fatto di sassi e rocce lascia il posto a distese di sabbia e all’improvviso arrivando al villaggio di Erfoud come per incanto,davanti si innalzano montagne dorate che con i raggi del sole e il vento cambiano di tonalità di colore, queste sono le alte dune del deserto del Sahara. -Ricordo come al mio arrivo decine di ragazzini hanno cominciato a correre dietro al mio camper, qualcuno bussando alle portiere per così guadagnarsi un passaggio e altri appendendosi alla scala sul posteriore del mezzo. Trovata una gentile famiglia e dopo una rinfrescata con acqua tiepida già riciclata, comincio da subito a spargere la voce che sono interessato ad inoltrarmi nel deserto per surfare le alte dune di sabbia. Due giovani tuareg si fanno avanti con i loro striminziti dromedari offrendosi subito di accompagnarmi, alla ricerca della discesa ideale. Così a passo lento cullato dal dolce dondolio del dromedario, tavola in mano, duna dopo duna troviamo il luogo giusto dove accamparci. Una perfetta Conca tra alte dune, protetti dalle forti raffiche di vento. Al mattino ancor prima del sorgere del sole, preparo la mia attrezzatura e passo dopo passo, sprofondando nella sabbia fino alle caviglie, con fatica, risalgo la cresta dorata fino al suo punto più alto da dove mi soffermo ad ammirare e contemplare il fantastico spettacolo del sorgere del sole nel Sahara. Appena la grossa palla arancione si è trovata di fronte a me e i suoi raggi hanno cominciato ad bruciare la mia pelle, controllata la pendenza, con un spinta mi lascio scivolare sulla sabbia cosi che da poter galleggiare con la pancia dello snowbord e creare larghe curve fino a raggiungere il bivacco della notte precedente. Una emozione unica, un altro mio piccolo sogno esaudito in pochi minuti, surfare le dune del deserto del Sahara.
Soddisfatto di questa mia ultima piccola impresa, mi rimetto alla guida con un sorriso in più, puntando verso nord e le città imperiali, cosi raggiungo Marakesh situata al centro sud del paese, a soli 150 km dalla costa dell'oceano atlantico e dalla bella Esauira. Non lontana dalle montagne dell'Alto e del Medio Atlante, in linea d'aria non più di 50 km dalle sue vette. Si ritiene che Marrakech sia stata fondata all'inizio della dinastia almoravide, fra il 1062 ed il 1070, da un importante comandante militare, Yūsuf ibn Tāshfīn. Agli Almoravidi, seguì la dinastia almohade che arricchirono la città di opere importanti, facendo erigere la nuova Kasbah e l'imponente moschea detta Kutubiyya. La sua corte fu frequentata da poeti e filosofi fra i quali Ibn Rushd. Questi regni durarono all’incirca due secoli, poi la città subì saccheggi e invasioni fino al sedicesimo secolo quando passo alla dinastia dei Sa’didi i quali gli ridettero vita. A questo periodo seguì la dinastia alawita e la città venne nuovamente rasa al suolo ad eccezione delle tombe e così venne scelta come capitale Meknes. Da quel periodo ai giorni nostri non vi furono grossi avvenimenti nella storia della città e Marrakech rimase una città imperiale, importante come base meridionale per controllare le tribù berbere. Marrakech fù anche una importante città commerciale soprattutto tra le zone desertiche e il nord .Oggi conta circa 1.460.000 abitanti ed è senz'altro la città più nota del Marocco, solo seconda a Casablanca per le attività commerciali. Dalle elezioni del 12 giugno 2009 che hanno visto la vittoria di Fatima al-Mansouri sul sindaco uscente Omar al-Jazuli, Marrakech ha per la prima volta un sindaco donna, è la seconda città del Marocco dopo Essaouira a raggiungere questa meta.
Marrakech è formata dalla città vecchia, “la medina”, racchiusa da antiche mura, e ad ovest della moderna città nuova. La piazza principale della città è Djemaa el Fnaa che è anche la porta sulle viuzze della medina, addossate da centinaia di piccoli e medi negozietti che vendono di tutto, dal ferro battuto, scarpe, borse e i famosi puf di cuoio e pelle, lampade, spezie e profumi. La piazza di giorno è un andar e vieni di gente ma verso la sera si trasforma in una sorta di enorme ristorante a cielo aperto. Intorno alle 6 del pomeriggio dalle tante viuzze che la circondano si vedono arrivare uomini che trascinano dietro di loro carri che trasportano padellami, cibarie e cucine improvvisate. Ogni uno di loro si sistema in una zona fissa e prepara un piccolo vero e proprio ristorante ambulante fatto di tavoli sedie e cibi speziati. Appena le tante cucine a due ruote si mettono in moto, altre decine e centinaia di persone invadono la piazza, giocolieri, mangiafuoco, cartomanti e tanto ancora creando un luna Park improvvisato, animando la gioia dei turisti e dei passanti. La piazza a sud-ovest è dominata dalla moschea della Kutubiya che è sovrastata dal ben più appariscente omonimo minareto, alto settanta metri, è il minareto più antico delle tre torri almohadi che ci sono giunte, insieme alla Giralda di Siviglia e la torre Hassan a Rabat. Il suo nome deriva dalla parola "kutub" e sembra indicasse il fatto o che nei dintorni fossero presenti venditori di libri sacri o scrivani che prestavano servizio agli analfabeti.
L'architettura è tipica marocchina, del periodo almohade, con decorazioni di maiolica bianca, turchese e arabeschi scolpiti, differenti sui quattro lati.
Lasciare Marrakech e il suo fascino non è semplice ma il viaggio continua verso nord, la città di Fes o Fez come viene anche chiamata. Città sacra che si trova nel fondo di una fertile vallata. La zona vecchia della città, per i suoi edifici, i suoi mercati e le sue moschee, è uno dei centri più attraenti di tutto il mondo islamico. Come popolazione è la terza città del Marocco e la più antica città imperiale, questo dovuto anche all'importanza della sua antica università sulla cultura e sull'arte del Nordafrica musulmano. Fès è famosa per la sua "medina", Fās al-Bālī in cui si manifesta tutta la complessità di una città musulmana antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi, in cui i trasporti avvengono con gli asini carichi fino all'inverosimile. Tra i vicoli a labirinto si aprono ogni tanto piccole piazze circondate da tanti negozietti. Tra i monumenti più noti la Medersa Bu ʿInayna, scuola coranica con alloggio per gli studenti, fronteggiata da un orologio ad acqua e da un arco che scavalca la strada. Altra madrasa è quella degli ʿAṭṭārīn profumieri. La città ha molte moschee, la più importante è la Moschea al-Qarawiyyīn, fondata nell'857 da Fāṭima, figlia di Muḥammad al-Fihrī, La Moschea è anche sede della più antica università islamica, con una biblioteca di antichi testi coranici ed è seconda per prestigio - insieme alla Zaytūna di Tunisi - solo ad al-Azhar del Cairo. Altro importante edifici è il palazzo reale che però è vietato ai visitatori.

Altra bellissima città sempre spostandosi verso nord è Meknes anche lei città imperiale, a circa 130 Km da Rabat e 60 da Fes, facilmente percorribile in camper in quanto unita da una ben fornita autostrada. Questa città con una popolazione di circa 600.000 abitanti prende il nome da una tribù berbera conosciuta come “Miknasa”. Oltrepassando questa ultima bellissima città imperiale le zone aride lasciano sempre più lo spazio al verde, a piccole colline, laghi, fino a raggiungere nuovamente il mare Mediterraneo e da li, ritrovarmi nuovamente al casello della dogana a compilare i documenti per il rientro in Europa e verso casa…casa dolce casa…sempre con quella dolce amarezza di una nuova avventura giunta alla fine.

Sebastiano Ramello

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