EL LOCO NEL MONDO

EL LOCO NEL MONDO
Uno stile di vita

giovedì 9 giugno 2011

DAL PIEMONTE ALLA TOSCANA A CAVALLO DI UNA MOTOCICLETTA ALLA SCOPERTA DEI TERRITORI DEL BUON VINO

Tratto dall'articolo di GIUGNO 2011 di Spirito Libero:


Molti di voi che mi seguite su Spirito Libero, “Viaggio nel Viaggio” sapete ormai, che oltre avere la grande passione del viaggio, della fotografia e della scoperta, ho anche la passione del buon vino e del buon cibo, seguito dalle tradizioni dei luoghi che lo producono, tanto che ormai, da anni promuovo questi prodotti in molti stati oltre oceano, dove il “made in Italy” continua ad ottenere un grande successo soprattutto nella alta qualità, tanto che da tempo siamo anche sempre più richiesti dai nuovi mercati quali Cina e India. Tra i principali prodotti enogastronomici che rappresento ci sono quelli del Piemonte, Toscana, Veneto, Sicilia, Sardegna e di molte altri nostri bellissimi territori. Proprio questa passione, unita al lavoro e alla voglia di viaggiare mi ha fatto pensare e poi da tempo progettare insieme alla mia compagna Franca Demaria un viaggio a cavallo alla mia fedele motocicletta, una harley Davidson 1200, attraverso le campagne toscane, alla scoperta dei buoni vini di alta qualità di questa stupenda regione e dei suoi luoghi più naturali, pieni di quella tradizione che rende non solo la Toscana ma l’intera Italia unica.
Questo viaggio è stato anche motivo di unire due grandi territori di vino quali Piemonte e la Toscana, così che dopo aver preparato l’essenziale da portarci, un ricambio, taccuino per appunti, macchina fotografica, e disposto il tutto sulla motocicletta con cordine e corde elastiche, ci siamo guardati e ci siamo chiesti:- da dove partiamo?
Propio in quel momento attraverso una telefonata e arrivato un invito a pranzo da una delle mie più affezionate cantine della Langa: Veglio Michelino e Figlio, così, come una illuminazione, decidiamo di partire proprio dal cuore della Langa uno dei territori più famosi del vino di alta qualità italiano, e procedere verso la Toscana in uno dei modi più avventurosi che conosco, utilizzando CouchSurfing un sito dove ormai oltre un milione e mezzo di persone mettono a disposizione la propria casa, il proprio couch (divano in inglese) ad altri Couchsurfer. Dopo aver contattato diverse persone e famiglie (cosa bellissima e che abbiamo ricevuto interesse al nostro viaggio e all’offrirci ospitalità praticamente da tutti quelli che abbiamo contattato) abbiamo deciso di accettare l’ospitalità da due Couchsurfer che ci sembravano più vicini alla nostra ricerca e viaggio in Toscana.
Dopo aver percorso su e giù tra colline e viti le Langhe e poi il Monferrato, con il vento tra i capelli e il sole accanto a noi abbiamo raggiunto la provincia di Pisa dove tra stradine di campagna, percorrendo le prime colline toscane tra antichi oliveti e castelli, siamo giunti al paesino di Buggiano dove ad attenderci c’arano i nostri primi sconosciuti ospiti e Couchsurfer, Giovanna e Tiziano che vivono in una bella casetta in campagna con i loro figli. Giovanna ci prepara la nostra stanza per la notte e una buonissima cenetta pasta ai piselli con fave del loro orticello, agnello e gelato fatto in casa con cialde tipiche del luogo. Trovo che viaggiare usando Couchsurfing sia uno dei metodi più interessanti in quanto ogni volta si fanno nuove e belle scoperte di persone piene di voglia di conoscere, aperte agli altri e alle diverse tradizioni.
Il giorno dopo grazie a un buon amico, Claudio, siamo giunti alle terme di Petriolo, a circa 60 Km a sud di Siena dove abbiamo scoperto un angolo di paradiso tra bellissime colline ricoperte di vegetazione rigogliosa, un fiumiciattolo di sorgente dove tra le rocce sgorgano acque solfuree, che con gli anni hanno creato piccole vasche naturali di acqua caldissima. Fuoriuscendo dalle vasche queste piacevoli acque terapeutiche si gettano direttamente nel fiumiciattolo, creando una piscina naturale dove è un piacere indescrivibile immergersi, rotolarsi e lasciarsi andare guardando il blu del cielo e osservare gli uccellini sugli alberi tutt’intorno. Dopo un bagno caldo godereccio ci si può tuffare i brevi nuotate nel fiume accanto per così rafforzare il proprio corpo con l’escursione termica delle due acque, calda e fredda.
Nuovamente capelli al vento dopo qualche Km a nord oltre Siena, nella zona del famoso Chianti docg, tra le grida del cielo e acquazzoni improvvisi raggiungiamo Gaiole in Chianti, un bel paesino tra i vigneti di Chianti classico e boschi che dopo i temporali ricordono foreste tropicali. Qui conosciamo un altro Couchsurfer, da noi scelto in quanto wine maker, Sean O’Callaghan, che ci ospita nel suo rustico, una vecchia filanda, dove lui vive con i suoi tre simpatici cagnoni. Ci troviamo subito a nostro agio, Sean ci racconta che è nato in SriLanka da padre irlandese e madre inglese ma che ricorda poco di questo paese esotico, in quanto già in tenera età ha lasciato con la famiglia l’Asia per la Germania dove ha studiato Enologia. Nel marzo del 1991 si è trasferito nel Chianti dove nel 1992 è diventato il socio e wine maker della azienda vinicola “Recine”, produttori di grandi vini organici e biodinamici di alta qualità. E’ stato un piacere visitare la cantina e alla sera seduti nella cucina della “Filanda” (Casa sua) stappare Chianti classico docg e sorseggiarlo assaporando un fantastico piatto di pasta preparato con un delicato sugo di salsiccia toscana e zucchini appena messi a bollire a fine cottura della pasta, da parte di un amico di Sean, Francesco Berardinelli, invitato per l’occasione a raggiungerci e fortunatamente per noi finito ai fornelli. Francesco toscano di origine piemontese, è un altro ragazzo con la grande passione del viaggio che unito alla passione della cucina l’ha portato sovente in giro per il mondo, tanto che ora è chef in un rinomato ristorante di Hong Kong, anche se quanto dice lui, il suo cuore è in Italia, dove vorrebbe presto aprire un ristorantino di cucina tradizionale. Francesco tra un bicchiere e una forchettata ci illustra il suo fantastico curriculum, recensioni sul Gambero Rosso, Wine Spectator , Gourmet, Veronelli e molti altri, ci sentiamo onorati di poter dividere con lui questa bella serata tra amici, e scoprire di avere in comune la passione per la Grande Mela, New York dove lui ha vissuto come chef, e dove io passo la gran parte del mio tempo quando sono in USA durante la presentazione e promozione dei vini italiani.(www.francescoberardinelli.com).
Sean è molto gentile, ci racconta della passione di sua madre nel preparare torte matrimoniali e di una strana tradizione inglese dove si tiene una fetta del piano più alto della torta, che verrà mangiata solo alla nascita del primo genito. Rimango stupito per tanta conservazione di un dolce e lui mi spiega che merito della sua consistenza una sorta di marzapane impregnato in una bottiglia di buon wisky inglese.
Alle 9 del mattino del giorno dopo siamo già a cavallo della nostra rombante motocicletta, su e giù attraverso bellissime colline cosparse da vigneti e piccoli borghi costruiti in mattoni dove sono sorte aziende vinicole e agricole. Arriviamo nel territorio del vino Nobile di Monepulciano dove ad attenderci presso l’agriturismo “Il Greppo” troviamo Selene e Paolo, che ci accolgono con un buon bicchiere di Greppino rosso. L’azienda vinicola “Il Greppo” è situata su terreni di origine pliocenica, costituiti da argille ricche di potassio, da sabbie gialle (tufo)e conchiglie giganti che permettono di produrre uve di qualità e quindi Vino Nobile che “Dogni vino è Re” a detta del poeta Francesco Redi. Il clima di questa zona è caratterizzato da estati siccitose, rinfrescate da brezze collinari periodiche.
Paolo il proprietario della azienda vinicola, mi spiega:
- per ottenere un vino superiore si inizia nella vigna con trattamenti ecocompatibili, nidi di trappola e feromoni, diradamento dei grappoli, poi si continua in cantina con attrezzature moderne e innovative come i tenk a brevetto “Ganimede” e tradizionali tini in legno, tutti con controllo elettronico della temperatura. Infine si completa l’invecchiamento in botti e barriques di rovere francese, rovere di Slavonia e rovere misto europeo in modo da ottenere un vino forte, piacevole ma soprattutto inconfondibile.
Dal “il Greppo” si ha una vista sulla Valdichiana,e si trova a breve distanza da alcuni dei più interessanti paesi e città della zona: Montepulciano, Pienza, Cortona, Monte Oliveto Maggiore, Siena, Arezzo, Perugia e Assisi, e in oltre in posizione ideale per visitare culturali, ai numerosi luoghi di interesse storico artistico, a cominciare dal Tempio di San Biagio opera dell’architetto Antonio Da San Gallo Il Vecchio, abile equilibrio di volumi squadrati su pianta a croce greca, il ricorso a due campanili posti ai lati della facciata ricorda il progetto di San Pietro in Roma realizzato dal Barnini.
In un tour di una giornata visitiamo Montepulciano antico borgo di origine Etrusca,a 605 metri sul livello del mare tra la Valdichiana e Valdorcia, è stato per molto tempo oggetto delle contese tra Siena e Firenze. Il centro storico ha caratteristiche di borgo medioevale, a forma di S, ed è racchiuso in tre cerchia di mura, costruite intorno al XIV secolo, che racchiudono numerosi palazzi nobiliari, il Duomo, il Palazzo Comunale in Piazza Grande, le colonne del Morzocco in porta Prato (segno di definitiva conquista fiorentina del paese), tutte meraviglie che immergono il borgo in atmosfere di altri tempi, anche in occasioni delle tante feste popolari, quali il “Bravìo delle botti di Montepulciano (palio delle contrade di Montepulciano che si svolge l’ultima domenica di agosto. La parola “Bravìo” deriva dal volgare “Bravium” e sta ad indicare il premio assegnato alla contrada vincitrice, consistente in un panno dipinto con impressa l’immagine del patrono della città, San Giovanni Decollato, in onore del quale si disputa il palio delle botti), il Palio di Siena, il Bruscello e il Teatro Povero”.
Da Montepulciano attraversando Pienza e San Quirico arriviamo ad un altro grande territorio di vini e storia, Montalcino, dove incontriamo sulla piazza principale Luca Brunelli per mio conto uno dei migliori produttori moderni di Brunello di Montalcino. Ci accoglie come parte della famiglia, ospitandoci nell’alloggio dei nonni, nel centro storico. Passeggiamo tra le stradine del paese, visitiamo il castello da dove si può intravvedere il Monte Amiata. La collina su cui si trova Montalcino è stata abitata quanto sembra, già in epoca etrusca, Montalcino è menzionato in un documento del 29 dicembre del 814, quando l’imperatore Ludovico il Pio concesse il territorio sub monte Lucini all’abate della vicina Abazia di Sant’Antimo. Grazie alla posizione della cittadina, dominante la cima di una collina, dai sui viali la vista può spaziare sulle valli dell’Ombrone e dell’Asso. In epoca medioevale la principale attività economica era la conceria, e Montepulciano disponeva di molte fabbriche che erano conosciute per la qualità dei loro prodotti, oggi sicuramente il prodotto di maggior importanza del paese e del territorio circostante è la produzione di uve da vino che servono a produrre il tanto amato nel mondo, Rosso e Brunello di Montalcino.
Luca dopo una visita della cittadina ci accompagna a visitare la sua azienda, l’azienda agricola Martoccia, passeggiamo tra i vigneti e gli oliveti di famiglia, conosciamo i genitori e prima di andarcene Luca ci regala una bottiglia di Brunello di Montalcino docg del 2004 che stappiamo alla sera in piazza nel centro di Montalcino durante una bella festicciola in musica, organizzata da una australiana insediata a Montalcino ormai da tempo.
Ci svegliamo prestissimo, stà albeggiando, di fronte a noi si apre uno spettacolo indescrivibile, la valle coperta da una leggera foschia e qualche bassa nuvola, che crea una sorta di vedo e non vedo, come la pennella di un pittore, all’orizzonte si innalza il sole, che con la sua palla infuocata crea una lunga linea rossa arancione sullo sfondo, illuminando il territorio e posando i suoi raggi tutto intorno sulle foglioline umide degli alberi e dei vigneti, creando una sorta di luccichii, di danze fatate.
Attraverso questo paesaggio ai nostri occhi fatato percorriamo ancora strade di campagna, paesini, borghi medioevali fino a giungere ai piedi di Volterra, dove dopo due anni, incontro due grandi amici, Pietro (editore di Spirito Libero) e Fabiola che ci ospitano nella loro bella casetta in un piccolo borgo su un cocuzzolo tra Volterra e Monte Catini val Di Cecina. Pietro mi mostra l’ultima uscita di Spirito Libero, chiacchieriamo degli ultimi due anni delle sue avventure nel portare avanti il progetto editoriale, e delle mie avventure nel mondo. Fabiola ci mette a conoscenza di un evento artistico che si tiene per nostra fortuna quella stessa sera, così acceleratore in pugno ci dirigiamo attraverso un tunnel naturale di alberi, rami e foglie fino a sbucare come per incanto al Castello di Ginori di Quercetto, che poi scoprirò essere anche una azienda vinicola che produce eccellenti vini Rossi, Rosé e bianchi. Partecipiamo alla presentazione artistica presso la sede espositiva accademia Libera Natura e Cultura, della artista coreana S’nim Oh, che è la protagonista di una mostra di fotografia e video installazione dal titolo “Luci Sulla Tua Bellezza” che vuole essere una performance concettuale visiva sulla bellezza esteriore sempre più osteggiata mettendo da parte sempre di più la bellezza interiore che c’è in ogni uno di noi. Quercetto e in zona vive una comunità tedesca, la maggior parte degli inviati alla presentazione e gli organizzatori arrivano dalla germania, si vedono pochi locali.
Dopo aver scattato qualche fotografia insieme a Fabiola e Pietro, ripartiamo destinazione San Miniato nella provincia di Pisa dove incontriamo Leonardo e Eva , con loro visitiamo una delle aziende a me più care nella provincia di Pisa, l’Azienda vinicola Pietro Beconcini, grandi produttori di Chianti e negli ultimi anni grandi e unici produttori in Italia di Tempranillo, un uvaggio originario spagnolo. Chiedo a Eva come pensa che possa essere arrivato fino a loro questo vitigno che fino a qualche anno fa cresceva selvatico nel loro podere:
- “La mia ricerca mi ha portato a pensare che è arrivato grazie ai pellegrinaggi religiosi sulla via Francigena, ho formulato questa ipotesi sulla storicità di questo vitigno in base a ricerche tuttora in corso che presto ci daranno una valenza storica più certa. Intanto però proviamo ad andare indietro nel tempo, almeno fino al 1700, ma possiamo ipotizzare anche tempi più remoti, quando la Via Francigena, che attraversa la mia Azienda passando proprio di fianco al vigneto in questione, era un’”autostrada dell’epoca” percorsa quotidianamente da una grande quantità di persone, famiglie e comunità intere. La usavano o per piccoli spostamenti oppure, più frequentemente, per raggiungere Roma in pellegrinaggio religioso, arrivando da tutta Europa, dato che le due direttrici della Via Francigena arrivano una da Canterbury e l’altra da Santiago Di Compostela in Spagna. Ed è la Spagna, secondo la nostra ricostruzione dei fatti, che può essere il luogo di origine di queste piante.
San Miniato è stato anche nei secoli passati un luogo di culto molto importante e da sempre la sede di una importante curia vescovile, che in quei tempi deteneva la coltivazione di un’enorme quantità di terreni a San Miniato, con molti sacerdoti sparsi sul suo territorio che si occupavano di agricoltura.
Tecnica di quei tempi era la propagazione della vite per seme, principalmente perché durante i lunghi spostamenti era più facile trasportare un piccolo contenitore con i semi che non un grande e pesante fascio di tralci di vite. E questo avvalora i risultati delle nostre ricerche che ci indicano una grande percentuale di patrimonio genetico uguale al vitigno conosciuto oggi in Spagna con il nome di TEMPRANILLO, ma con le ovvie differenze dovute all’evoluzione naturale di una pianta che viene appunto seminata, e non trapiantata, in un territorio che non è quello di origine , e che successivamente ha il tempo necessario ( secoli ) per adattarsi a questo.”
Interessante sorseggiare e lasciarsi andare nei profumi di questo vino chiudendo gli occhi e pensando quanto il viaggio ha sempre aperto nuovi orizzonti e creato scambi culturali, materiali tra i popoli e i territori , tanto che oggi a distanza di secoli possiamo assaggiare un vino proveniente probabilmente da un semelasciato li secoli, secoli fa.
Intervine Leonardo:
-“Le peculiarità di queste piante quindi oggi sono dovute soprattutto all’evoluzione spontanea in seguito alla loro presenza ormai secolare sui nostri terreni. Presenza che, a mio parere, ha ottenuto il risultato sorprendente di aver selezionato in maniera estremamente naturale una pianta in grado di lavorare e produrre con un equilibrio di gran lunga superiore a vitigni anche molto selezionati e blasonati, con un ciclo vegetativo corto, ma con una fase di maturazione lenta e costante, che ci consente di ottimizzare il momento della miglior vendemmia, dandoci prova ogni giorno del suo perfetto adattamento a questo territorio”.
Il grande potenziale di queste uve sta proprio nella loro originalità e nell’estremo legame con il terreno al quale devono il loro particolarissimo attuale patrimonio genetico. Il Tempranillo di San Miniato grazie alle sue peculiarità genetiche inoltre produce uve di grande versatilità, adatte a produrre vini anche da grande invecchiamento, che uniscono la notoria morbidezza del vitigno a caratteri prettamente territoriali quali l’acidità della Toscana e la sapidità e la mineralità dei terreni calcarei.
Ormai il nostro viaggio giunge alla fine, una settimana piena, attraverso un grande territorio. La mia HD porta qualche segno e km in più, le nuvole e i temporali continuano a seguirci valico dopo valico, la pioggia ci risparmia e in una tirata di circa 400 Km eccoci nuovamente nel giardino di casa mia a godere dei ricordi di un nuovo viaggio concluso mentre inzuppiamo Cantucci in Vin Santo pensando a tutti quei nuovi amici lasciati nella bella terra di Toscana.